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Aggiornato: 27 min 37 sec fa

Diventare avvocato con un quiz a crocette: il caso

Mar, 11/17/2020 - 14:57




La discussione sulle modalità di svolgimento dell’esame di abilitazione per diventare avvocato diventa un caso, dopo la proposta della senatrice Sandra Lonardo di trasformare la prova in un quiz a crocette.
L’idea nasce dalla necessità di trovare soluzioni più snelle per non lasciare indietro le attività forensi durante l’emergenza Covid. L’esame di abilitazione ad avvocato nella forma attuale richiede infatti 3 prove scritte ed una orale, che devono essere corrette da una commissione.
Dato l’obbligo di distanziamento e l’annullamento di tutte le prove concorsuali in presenza, questa tipologia non è più attuabile e quindi il prosieguo delle attività e dell’inserimento nel mondo del lavoro dei laureati all’università di Giurisprudenza rischiano un lungo rallentamento.
Cosa fare dunque? Bisogna pensare a soluzioni più veloci che riescano comunque a garantire la verifica accurata  della preparazione dell’aspirante professionista e delle sue capacità di gestire un processo o la redazione di un atto giudiziario.

Perchè il quiz non va bene

Da queste premesse nasce l’invito alla creazione di un test a crocette, che però ha destato molti dubbi sulla sua reale validità. Secondo la presidente dell'Unione Nazionale Avvocati Enti Pubblici (Unaep), Antonella Trentini, questa modalità infatti è errata e rischia di rendere la prova non solo poco efficace ma non idonea a accertare le reali conoscenze del candidato e la sua idoneità a cominciare la professione.
La proposta infatti prevede il superamento della prova con 70 risposte esatte su 90 in 3 ore di valutazione. Passare da un esame, sicuramente complesso e farraginoso come quello attuale, ad uno troppo semplice creerebbe un divario troppo esagerato.
Sappiamo infatti che il corso di laurea per diventare avvocato, che negli ultimi anni si può seguire anche online grazie alle Università telematiche come Unicusano, richiede un impegno pluriennale importante e soprattutto l’apprendimento di materie e modalità di gestione delle attività che bisogna acquisire in maniera completa.
Non si può quindi ridurre l’abilitazione ad una verifica a crocette, al fine di evitare l’ingresso nella professione forense di persone non ancora pronte o che devono ancora colmare alcune lacune.
L’esame di abilitazione, ricordiamolo, arriva dopo 18 mesi di praticantato in un ufficio legale o presso enti pubblici accreditati, e quindi ridurre tutto questo impegno alla sorte di una scelta multipla è demotivante anche per l’aspirante avvocato.

Possibili soluzioni
Una delle soluzioni caldeggiate dall’Unaep è quella di ridurre le prove ad una scritta e una orale, con la redazione a scelta tra un atto processuale civile, penale o amministrativo per la prova scritta e la discussione di una causa per la prova orale, con l’estrazione telematica della domanda tra le materie relative al tipo di praticantato che ha svolto il candidato, così come stabilito nell’ultima sessione 2019/2020, che ha introdotto anche nuove materie da studiare.
Ciò snellirebbe di molto le procedure e i tempi, velocizzando così l’ingresso di nuovi professionisti nel mondo dell’avvocatura ed evitando un ingolfamento delle prove quando la situazione si sarà stabilizzata. È questa una soluzione che sembra la giusta mediazione in questo momento di necessità, che lascia comunque al centro l’obiettivo delle prove di abilitazione: accertare la preparazione del professionista.

MINISTERO DELLA SALUTE: I PRESERVATIVI POSSONO ESSERE PUBBLICIZZATI SENZA AUTORIZZAZIONE MINISTERIALE

Mar, 11/17/2020 - 10:13






Milano, 17 Novembre 2020 – “Abbiamo accolto con entusiasmo la notizia della firma del provvedimento che elimina l’autorizzazione preventiva da parte del Ministero della Salute per la pubblicità sui preservativi. Finalmente si dà spazio all’informazione libera, un elemento fondamentale ai fini dell’educazione sessuale, soprattutto tra i giovani. Adesso, anche in Italia, Durex potrà sostenere pienamente la prevenzione in ambito sessuale: potremo comunicare in modo veloce e con un linguaggio nel quale le persone possano riconoscersi. Crediamo infatti che una promozione del preservativo più esplicita e funzionale ai bisogni, soprattutto dei più giovani, aiuti a diffondere efficacemente la cultura della prevenzione in ambito sessuale e, di conseguenza, a salvare delle vite”commenta così Laura Savarese, Direttore Regulatory & Medical Affairs per il Sud Europa di Durex, leader mondiale nel mercato del benessere sessuale, il recente annuncio del Ministero della Salute sulla firma del provvedimento con cui si escludono i preservativi dall’obbligo di autorizzazione ministeriale a fini pubblicitari e comunicativi. 

“Un plauso agli onorevoli Gilda Sportiello e Riccardo Magi che nel corso di quest’anno hanno portato la questione dei limiti pubblicitari dei preservativi all’attenzione della Commissione Affari Sociali della Camera e un ringraziamento particolare al Viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri per aver accolto le istanze e firmato il provvedimento – prosegue Savarese. Riconoscere l’esclusione dei preservativi dall’attuale iter autorizzativo favorisce l’azione di contrasto alle infezioni a trasmissione sessuale, permettendo all’Italia di fare un passo avanti verso il futuro, un futuro in cui ci impegneremo per far sentire le persone ancora più supportate e informate sui rischi e sulle responsabilità delle loro scelte. Il nostro auspicio è che le Istituzioni accolgano la necessità di fare squadra con un brand come Durex, da sempre impegnato nella prevenzione, al fine di realizzare una vera e propria alleanza e per poter raggiungere insieme tutti gli obiettivi sanitari di prevenzione in ambito sessuale”.

Negli ultimi anni in Italia l’attenzione sul tema dell’educazione sessuale e, in generale, sulle infezioni sessualmente trasmissibili è diminuita. Questo, insieme ad altri fattori, ha contribuito ad un aumento graduale del numero delle malattie contratte, specialmente tra i più giovani (15-24 anni) che ad oggi hanno una scarsa consapevolezza del rischio delle IST.

Con l’approvazione del decreto e l’esclusione dall’obbligo di autorizzazione ai fini pubblicitari, adesso anche le aziende potranno supportare le istituzioni nel contrastare e prevenire HIV e altre infezioni sessualmente trasmissibili, incentivando l’utilizzo del preservativo e favorendo l’adozione di nuove abitudini sessuali più consapevoli.

Da una recente ricerca di Durex, condotta in Italia su 500 persone comprese tra i 16 e i 55 anni, è emerso che prima del Covid-19 solo una persona su 2 era solita utilizzare il preservativo come contraccettivo: questo dato è allarmante, perché il preservativo è l’unico contraccettivo in grado di combattere efficacemente la diffusione di malattie a trasmissione sessuale. Uno dei nemici più grandi è ancora oggi la vergogna, infatti più della metà degli intervistati dice di sentirsi in imbarazzo a comprare i preservativi in farmacia.

Durex, nei mesi di lockdown, ha lanciato la campagna ‘Safe is the new normal’, incentrata sulla promozione di messaggi positivi di cambiamento e superamento di una “vecchia normalità” rappresentata da scarsa educazione sessuale, scelte poco consapevoli, sottostima dei rischi.

La campagna trasmette un messaggio di rottura rispetto alla normalità in fatto di abitudini sessuali tipiche del periodo precedente al lockdown, sensibilizzando la popolazione sul ruolo cruciale che gioca la prevenzione anche in questa sfera. 

L’informazione più accessibile ed efficace potrebbe essere un buon veicolo per superare la vergogna e incoraggiare un cambiamento culturale, facendo prevalere la consapevolezza dei rischi delle IST ed il dialogo, eliminando, a poco a poco, la paura e il pregiudizio.

Investire sulla consapevolezza e sulla prevenzione sociale e sanitaria, è una possibilità che oggi va a vantaggio delle persone, soprattutto i più giovani, affinché possano sentirsi supportate, siano rese edotte dei rischi e delle responsabilità delle loro scelte e, di conseguenza, protette.

Lavori e vuoi la laurea? Sogno possibile

Lun, 11/02/2020 - 19:24

L’Università Popolare riconosce crediti da attività professionali compatibilmente con il percorso di studi desiderato





MILANO L’università Popolare di Milano premia chi ha già un lavoro. Tornare a studiare è ancora più facile, l’Ateneo ha infatti deciso di riconoscere dei crediti da attività professionali e dal curriculum personale, che, compatibilmente con il percorso di studi intrapreso, permette di eliminare alcuni esami. "Questa procedura ci è possibile perché noi non facciamo parte dell’ordinamento italiano ma siamo riconosciuti a statuto... 
L'articolo continua su IL GIORNO Maggiori info: www.iscrizioneuniversitaria.eu

Università: laurearsi e crescere dopo i 30 anni con la facoltà “tailor-made” in periodo Covid

Lun, 11/02/2020 - 19:23

   In un momento così difficile, segnato dall’emergenza che stiamo vivendo a livello globale, la tecnologia digitale ha dimostrato di essere uno strumento fondamentale





L'articolo è stato pubblicato su Repubblica 

Nel settore della formazione in particolare, l’e-learning e la didattica a distanza rappresentano una valida soluzione. Sia a favore della sicurezza e della continuità dell’insegnamento. Ed anche di quanti approfittano delle circostanze, magari per investire sulla propria formazione riprendendo il percorso accademico. E tornano, così, a studiare per conseguire quella laurea alla quale si è rinunciato tanto tempo fa. Anche perché col tempo ci si è resi conto dell’importanza di quel titolo di Dottore, a vantaggio dell’avanzamento professionale ed economico.Nel nostro Paese, c’è chi crede da sempre nella didattica a distanza. Sono le università telematiche che, come l’Università Popolare degli studi di Milano, una Università di Diritto Internazionale con riconoscimento del titolo secondo la convenzione di Lisbona nella regione Europea, con presupposti storici dal 1901, si caratterizzano per flessibilità e personalizzazione del percorso di studi. In più l’ateneo meneghino è pensato appositamente per le esigenze degli studenti più maturi, professionisti e lavoratori over 30 che vogliono tornare a studiare e laurearsi senza però dover sacrificare responsabilità di lavoro e famiglia. Uno dei vantaggi che offre lo smart studying, infatti, è che può essere seguito ovunque ci si trovi, in casa propria ed anche dal proprio ufficio.

I corsi online di Laurea Triennale, Magistrale, e i Dottorati di ricerca proposti dall’Università Popolare degli studi di Milano non hanno obbligo di frequenza, non prevedono il numero chiuso, sono fruibili su una piattaforma online. E sono ritagliati “su misura”, ovvero danno l’opportunità di raggiungere, in tempi e modalità personali, i propri obbiettivi accademici. Offre inoltre percorsi formativi unici, quali Scienze Olistiche, Criminologia e Scienze Investigative anche applicate ai Beni Culturali e Antichità, oltre alle facoltà classiche come Scienze Politiche, Scienze della Comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Ingegneria Gestionale. Un’altra particolare caratteristica per cui l’ateneo eccelle, consiste nel premiare proprio chi ha già un lavoro. Riconosce, infatti, dei crediti formativi (CFU) in base alle attività professionali e al curriculum personale, che, compatibilmente con il percorso di studi intrapreso, permette di “saltare” alcuni esami e conseguire la laurea in maniera più diretta, senza perdite di tempo. “Questo ci è possibile perché siamo un’Università Internazionale che non fa parte dell’ordinamento italiano. Siamo cioè riconosciuti a statuto speciale come Università Internazionale con titoli che hanno valore legale secondo la Convenzione di Lisbona sul riconoscimento del titolo in tutta Europa” spiega il presidente Marco Grappeggia. È ufficialmente affiliata alla UUPN University of United Popolar Nations ed altre università internazionali.

È stata la prima in assoluto in Italia ad utilizzare una piattaforma di formazione telematica. Lo studente può, prima di tutto, inviare il proprio curriculum personale. In base all’esperienza lavorativa o precedenti studi, un collegio di docenti valuta la preparazione individuale e quantifica il numero di CFU riconosciuti.


Le iscrizioni sono aperte tutto l’anno e si può cominciare o ricominciare a studiare in qualsiasi momento. Ad oggi sono circa 7mila gli studenti dell’università iscritti ai venti corsi di laurea triennali e magistrali, tra cui: Economia e Diritto, Sociologia ad indirizzo psicologico, Scienze Politiche Umanistiche, Scienze della Comunicazione, Giurisprudenza internazionale ciclo unico (non abilitante all’esame di Stato), Ingegneria Gestionale Economia e Diritto. 
Maggiori info: www.iscrizioneuniversitaria.eu

Scienze olistiche, i primi 13 laureati

Dom, 11/01/2020 - 19:23

 Il corso accademico è nato dalla collaborazione tra il Centro studio Gayatri e l’Università Popolare di Milano





Capitale nazionale delle scienze olistiche. Nei giorni scorsi, proprio nella città di Teodolinda, si sono laureati i primi tredici dottori in scienze olistiche. Un corso triennale nato dalla collaborazione tra il Centro studio Gayatri di via Monte Santo e l’Università Popolare di Milano, una realtà che vanta una storia di oltre cento anni. In settimana la cerimonia di consegna delle pergamene ai tredici studenti che hanno appena concluso il loro percorso accademico, in un anno particolare dove lezioni ed esami si sono... (l'articolo continua su IL GIORNO


Maggiori info: www.iscrizioneuniversitaria.eu

La lotta alle fake news tra emergenza Covid e influencer

Gio, 10/29/2020 - 19:48

Il progetto INFORMING FOR LIFE chiama alla riscossa l’informazione scientifica verificata sul web




Nella fase acuta della pandemia in Italia le notizie sul Coronavirus sono arrivate ad occupare quasi il 60%  di tutta la copertura informativa offerta da TV, quotidiani, radio e internet. A fine maggio, mentre diminuiva la copertura da parte dei media, l’incidenza della disinformazione sul totale delle notizie relative all’epidemia veicolate attraverso i social ha raggiunto il 13%. L’emergenza Coronavirus ha evidenziato una volta  di più l’importanza di contrastare le fake news e coniugare rigore scientifico, viralità e trasparenza dell’informazione. 
Gli strumenti per individuare le bufale, identificare le fonti a rischio e vagliare la qualità delle notizie scientifiche al centro del progetto “INFORMING FOR LIFE” il ciclo di incontri promossi da CICAP – Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze – in partnership con Fondazione MSD per contrastare la diffusione delle fake news su scienza e salute.


Roma, 29 ottobre 2020 – Lo scorso 19 ottobre sono stati oltre 18.000 gli articoli, i post, le storie, su Facebook, Twitter e Instagram che contenevano la citazione “usare la mascherina”. Il giorno precedente erano poco più di 10.000. Numeri quasi raddoppiati nell’arco di 24 ore a causa, a quanto pare, di un singolo fattore: le due storie su Instagram nelle quali Fedez e Chiara Ferragni, su invito del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, hanno raccomandato l’uso della mascherina per evitare un secondo lockdown.


Anche se l’impatto effettivo sui comportamenti della popolazione non è misurabile, questo dato fotografa il potere mediatico degli influencer, che si amplifica nelle situazioni di emergenza come quella legata alla pandemia da Covid-19 e che diventa critico se messaggi non validati vengono diffusi in modo irresponsabile. Oggi la voce di un influencer sovrasta quindi quella dei canali ufficiali e della stampa? Come aiutare i cittadini a riconoscere le fonti attendibili durante le situazioni di emergenza e in generale sui temi della salute e della scienza? E come contrastare le credenze infondate o le vere e proprie bufale che circolano sulla rete? 


Alcune risposte a queste domande emergono da INFORMING FOR LIFE, un progetto di comunicazione promosso da Fondazione MSD in partnership con CICAP – Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze – con l’obiettivo di promuovere sul web l’informazione scientifica validata. 


Il progetto è uno dei primi tentativi ad ampio raggio di individuare una risposta organica e condivisa al fenomeno delle fake news scentifiche e della disinformazione in rete, che ha un impatto notevole a livello sociale e sulla Salute delle persone. Nel corso di tre tavoli digitali, giornalisti, ricercatori ed esperti del web si sono confrontati sui percorsi da intraprendere per coniugare sul web rigore scientifico, viralità e trasparenza dell’informazione: dal ruolo di Facebook agli strumenti di verifica delle fonti e delle immagini, ai criteri per il fact checking, negli incontri sono state analizzate tutte le più importanti risorse per dare forza sul web alle informazioni scientifiche validate. 


Nel terzo e ultimo appuntamento, il focus è stato quello di come “dare valore” all’informazione social, anche alla luce dell’attuale pandemia. A marzo, nella fase più acuta, le notizie sul Coronavirus sono arrivate a occupare quasi il 60% di tutta la copertura informativa offerta da TV, quotidiani, radio e internet (AGCOM-Osservatorio sulla disinformazione on line). L’emergenza Covid è stata un moltiplicatore degli accessi ai canali social: secondo i dati diffusi da Mark Zuckerberg ad aprile 2020, durante il lockdown, in Italia, il tempo trascorso sulle app social sarebbe aumentato del 70% e le visualizzazioni delle dirette su Instagram e Facebook sarebbero raddoppiate. E a fine maggio, mentre diminuiva la copertura da parte dei media, l’incidenza della disinformazione sul totale delle notizie relative all’epidemia veicolate attraverso i social ha raggiunto il 13%. Ma è cresciuto anche l’accesso alle fonti istituzionali: nella prima fase, la pagina Facebook del Ministero della Salute ha fatto registrare un incremento di accessi del 693%, con oltre 430.000 nuovi follower che hanno generato una community di oltre 490.000 persone (www.agendadigitale.eu).


Le piattaforme digitali sono essenziali nell’informazione sanitaria e i social media hanno assunto un ruolo di rilievo durante l’emergenza è il parere di Lorenzo Montali, vicepresidente del CICAP e docente di Psicologia Sociale, Università di Milano-Bicocca – Quando la disponibilità di informazioni diventa una necessità vitale le persone si rivolgono a Twitter o Facebook per cercare notizie, diffondere contenuti, condividere emozioni, chiedere aiuto o offrire supporto. A maggior ragione, in queste situazioni i messaggi che raggiungono i cittadini non devono promuovere comportamenti deleteri per la salute e la sicurezza pubblica”.
Anche nell’emergenza COVID la disinformazione è stata favorita dai processi di disintermediazione che penalizzano il ruolo tradizionale dei giornalisti come interfaccia tra le fonti di informazione e il pubblico. 


Oggi il giornalista scientifico deve trovare un suo nuovo spazio, sapersi reinventare per interpretare, commentare, decodificare le notizie invece di limitarsi a raccontarle – afferma Roberta Villa, giornalista medico-scientifica e divulgatrice attraverso il suo profilo social – In realtà, sulla base della mia esperienza, se sui social si trova la chiave per presentare l’informazione scientifica in maniera al tempo stesso accattivante e rigorosa, emerge una platea vasta di persone interessate e che non si fanno attrarre da notizie non certificate”.
Ma come far emergere sui social una comunicazione scientifica di valore e distinguerla dal flusso delle notizie-spazzatura? Un supporto importante al ruolo dei giornalisti scientifici è offerto oggi da QUEST- QUality and Effectiveness in Science and Technology communication, un progetto biennale promosso dall’Unione Europea nell’ambito di Horizon2020, nel quale è coinvolta per l’Italia l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Obiettivo del progetto è studiare qualità ed efficacia della comunicazione scientifica in Europa per contribuire a migliorarla.


Nell’ambito del progetto QUEST, attraverso un confronto che ha coinvolto esperti, accademici, comunicatori e giornalisti di tutta Europa, sono stati individuati 12 indicatori di qualità della comunicazione scientifica riconducibili a tre aree: affidabilità e rigore scientifico, stile di presentazione e connessione con la società e le sue esigenze, tenendo conto anche della responsabilità che può comportare questa comunicazione comporta e richiede (https://questproject.eu/). Inoltre, l’Università Ca’ Foscari sta mettendo a punto una serie di strumenti utili a migliorare l’engagement della comunicazione scientifica sui social, basate sul monitoraggio di oltre mille account Facebook e Twitter europei di carattere scientifico. 


Oltre al rigore e alla qualità dell’informazione, la comunicazione su temi di salute di interesse pubblico può fare leva sul coinvolgimento di influencer. Ma si tratta di un’arma a doppio taglio: se anche nel passato personaggi celebri hanno prestato la loro notorietà a cause di salute pubblica, come Elvis Presley per la vaccinazione contro la poliomielite, oggi le piattaforme digitali amplificano immediatamente tutti i messaggi e la voce delle fonti ufficiali, della stampa o degli influencer “responsabili” viene offuscata da chi diffonde notizie inattendibili o dannose.
Il coinvolgimento degli influencer nella comunicazione di crisi delle istituzioni può essere efficace e positivo se avviene all’interno di piani di comunicazione strutturati, integrati e misurabili che utilizzano i social media per assicurare la diffusione tempestiva di informazioni verificate, monitorare la situazione sul territorio e per coordinare gli interventi di soccorso – afferma Giancarlo Sturloni, giornalista scientifico, esperto in Comunicazione del rischio – In questo momento, però, a livello istituzionale non si vede una comunicazione strutturata sui social e c’è uno scarso livello di interazione con gli utenti e di risposte alle loro domande. Le istituzioni deputate non presidiano ancora stabilmente il palcoscenico e lasciano dei vuoti che possono essere occupati da chiunque. Basta pensare che la Protezione Civile in Italia ha aperto il suo account Facebook solo nel 2018”. 


Le indicazioni emerse dai tre tavoli digitali di INFORMING FOR LIFE sono il primo step di ulteriori iniziative e progetti, realizzati da Fondazione MSD in partnership con altri soggetti, secondo il principio per cui solo attraverso una azione congiunta e sinergica di tutti gli attori del mondo scientifico e dell’informazione sia possibile prendere adeguatamente in carico il problema.

Conto corrente aziendale: scopriamo insieme come funziona

Gio, 10/29/2020 - 19:45

 


Oggi aprire un conto corrente aziendale è davvero veloce e pratico, lo sappiamo bene. È possibile farlo direttamente online in modo semplice e in autonomia, senza dover andare in filiale di persona, sfruttando da subito tutti i vantaggi che ci offre. Si tratta di uno strumento indispensabile, anche se non più obbligatorio in Italia da qualche anno ormai, sia per i liberi professionisti con la partita IVA, che per piccole e media imprese. 


Con un conto corrente aziendale, infatti, è possibile effettuare diverse operazioni e avere vari vantaggi. Iniziamo con il fatto che possiamo pagare gli stipendi, le note spese, le tasse e le altre varie spese in maniera separata dal privato e quindi più ordinata, senza pericolo che ci si possa confondere. Inoltre, è possibile ricevere prestiti particolari e agevolati, anche a breve termine, o ottenere delle polizze assicurative speciali dedicate alle imprese o ai liberi professionisti. 


Conto corrente aziendale: tutti i vantaggi


In alcuni casi, per le aziende è possibile anche dare un accesso al conto corrente (che può essere diversificato a seconda dei ruoli) alle varie figure aziendali che devono utilizzarlo per le diverse spese da sostenere. Il manager dell’azienda, infatti, potrà seguire passo a passo tutti i movimenti sul conto corrente, tenere traccia dei pagamenti, del saldo e così via. 


E’ anche possibile fornire ad ogni persona che ha l’autorizzazione ad accedere al conto una carta da utilizzare in maniera autonoma, che deve essere scelta con accuratezza a seconda delle funzionalità e dei vantaggi di cui ognuno di loro ha bisogno. Ce ne sono alcune che offrono i servizi basilari, infatti, e altre che sono di alto livello. Per un libero professionista o un manager, ad esempio, la carta X - la carta in metallo ideata da Qonto - è uno strumento di pagamento dal design e dai vantaggi esclusivi: 


  • non presenta nessuna commissione aggiuntiva né sui prelievi, né sui pagamenti effettuati.
  • importo massimo di pagamenti pari a 60.000€ e di prelievi pari a 3.000€ su in periodo di 30 giorni consecutivi.
  • offre un servizio di Concierge attivo 7 giorni su 7 che mette a tua disposizione un assistente personale da poter contattare tramite app per qualsiasi necessità - come servizi a domicilio, prenotazioni, svolgimento di compiti amministrativi e burocratici, ecc.
  • offre la possibilità di accedere a più di 1.100 sale VIP (anche dette sale lounge) negli aeroporti di tutto il mondo, fornisce l'assicurazione Mastercard più esclusiva.

Insomma, si tratta di una carta esclusiva che rappresenta un vero e proprio alleato nel mondo del business, pensata per supportare i professionisti di ogni ambito e le imprese.  


Cosa serve per aprire un qualsiasi conto corrente aziendale e quali sono i costi?


Tornando a noi, vediamo insieme quali sono i documenti solitamente richiesti per l'apertura di un qualsiasi conto corrente aziendale. 


Prima di tutto, c’è bisogno del documento di identità del rappresentante legale dell’azienda o del libero professionista, ovviamente. Possiamo scegliere di presentare la carta d'identità, la patente di guida o il passaporto. Per le imprese, inoltre, è necessario presentare anche una copia della visura camerale, per i liberi professionisti serve invece il certificato di attestazione della partita IVA. A questo punto, inizia un processo di verifica che ha delle tempistiche variabili (al massimo 24 ore) a seconda della banca selezionata e che possono allungarsi nel caso in cui ci siano delle informazioni errate.  


Passando ai costi dei conti correnti aziendali, questi variano da banca a banca. Infatti, se aprire il conto in una banca fisica non ha costi, ci sono poi una serie di spese da sostenere per il suo utilizzo: le commissioni per le carte bancomat e carte di credito, quelle per i bonifici in uscita e quelli per gli addebiti diretti. Ci sono, tuttavia, alcune banche digitali e istituti di pagamento che concedono alle aziende la possibilità di optare per formule speciali che prevedono un canone fisso mensile all’interno del quale vengono comprese anche quelle operazioni effettuate più di frequente. Ovviamente, questa cifra da versare mensilmente varia a seconda della grandezza dell’impresa e del numero di operazioni che vengono fatte. 


Prestiti bancari: quanto costano, come ottenerli

Mer, 10/28/2020 - 13:25


Ottenere un prestito è oggi più semplice di un tempo, anche grazie ad Internet. La rete infatti, permette di avere una precisa panoramica delle offerte oggi disponibili presso le principali banche e le più note finanziarie operanti in Italia. Forse non tutti sanno che esistono diverse tipologie di prestiti bancari: dal classico prestito personale, per arrivare fino al mutuo per l’acquisto della prima casa.

Come si richiedono i prestiti bancariPer richiedere un prestito è necessario avere una buona situazione creditizia. Nel nostro Paese infatti chi non salda le rate di un prestito, di qualsiasi genere, può essere segnalato alla cosiddetta Centrale Rischi, un database accessibile alle banche. Oltre a questo si può ottenere un prestito dimostrando di avere a disposizione un qualsiasi tipo di reddito: da lavoro autonomo, da lavoro dipendente, da pensione. Oppure un’entrata che derivi da un affitto, da una rendita finanziaria, o anche da un’eredità. È fondamentale che i redditi siano dimostrabili, attraverso la presentazione di specifica documentazione.

I documenti per la richiesta di un prestitoPer ottenere dei prestiti bancari è quindi necessario poter dimostrare la propria identità e il proprio reddito. Se ci si reca presso gli sportelli di una banca è importante avere a disposizione la carta di identità e la tessera sanitaria; oltre a questo un lavoratore dipendente potrà portare con sé una busta paga da lavoro a tempo indeterminato, mentre un lavoratore autonomo potrebbe utilizzare la dichiarazione dei redditi dell’anno precedente a quello in corso. Chi svolge un lavoro con contratto a tempo determinato può comunque ottenere un prestito, ma solitamente il periodo di ammortamento deve scadere prima del contratto di lavoro.

Prestiti bancari senza redditoIn linea teorica chi non è in grado di dimostrare un reddito, di qualsiasi genere, non ha la possibilità di accedere ai prestiti bancari. Ci sono però delle eccezioni; ad esempio un soggetto sposato può ottenere un prestito utilizzando il reddito del coniuge come garanzia. Oppure si può richiedere la controfirma del contratto del finanziamento da parte di un garante. Costui può essere un parente, ad esempio un genitore, un amico o anche un semplice conoscente. Le banche possono richiedere la presenza di un garante anche nel caso in cui la rata del prestito sia molto elevata, se confrontata al reddito del debitore. In questi casi può fungere da garante anche il datore di lavoro. Questa figura si impegna a saldare le rate del prestito ogni qual volta il debitore non sia in grado di farlo; si tratta quindi di un ruolo che è bene valutare con attenzione.

Tassi di interesse: quanto costa un prestitoIl costo di un prestito si può calcolare considerando il tasso di interesse praticato e le spese accessorie dovute alla banca. I tassi di interesse sono la percentuale di maggiorazione che la banca chiede di anno in anno al debitore; possono essere fissi per l’intera durata del periodo di ammortamento, o variabili. In questo secondo caso il tasso è correlato all’indice Euribor, che cambia nel corso dei mesi, cosa che può modificare in modo importante l’ammontare della rata. 

Auto usate: 3 modelli da considerare

Dom, 10/18/2020 - 08:31


Il mercato delle auto usate è sempre pieno di opportunità da non lasciarsi scappare per chi è alla ricerca di una vettura in buone condizioni e che non costi un occhio della testa.  D’altronde i numeri parlano chiaro e nel mese di agosto il mercato dell’usato fa segnare in Italia un 4% in più rispetto allo stesso mese del 2019. L’effetto degli incentivi statali per l’acquisto di nuovi veicoli non ha frenato i passaggi di proprietà, cresciuti a un anno di distanza.


Il mercato delle automobili usate, anche ad agosto, ha superato quello del nuovo, con ben 198 vetture passate di proprietà ogni 100 nuove automobili vendute. Stando ai dati forniti da Aci, nonostante la ripresa favorita dagli incentivi statali entrati in vigore a partire dal primo di agosto, il trend dell’acquisto di nuove automobili risulta ancora negativo. Gli italiani strizzano l’occhio alle vetture ad alimentazione ibride e elettriche: si registra un +224% per i modelli a zero emissioni, +306% per le ibride a benzina e +103 per le ibride a gasolio.


Citroen C3

Tanti, dunque, i modelli che vale la pena di considerare nello scenario delle vetture usate. Il primo modello appartiene al segmento delle utilitarie ed è molto amato, soprattutto dai più giovani. Stiamo parlando della Citroen C3 che è stata recentemente aggiornata con un facelift che ha migliorato principalmente la zona frontale, lasciando immutate le altre qualità della vettura. Disponibile con gli allestimenti Live, Feel e Shine, la vettura vanta una completa gamma di motorizzazioni benzina e diesel. 


La Volvo XC40 

Passando al comparto dei Suv parliamo della Volvo XC40 usata. Si tratta di uno dei punti di riferimento della categoria visto che è stata insignita, nel 2018, del premio di Auto dell’anno, non solo per il design, certamente riuscito, ma anche per le numerose dotazioni di sicurezza previste di serie che da sempre sono il fiore all’occhiello della Volvo. Una vettura dal design moderno, anche negli interni. La plancia presenta un look essenziale, grazie alla presenza del cruscotto digitale con contagiri, tachimetro ed uno schermo sul quale impostare il navigatore o tutte le informazioni selezionate tramite il volante. Su questo è poi presente il cruise control e il sistema di chiamata vocale che permette di utilizzare il proprio smartphone senza distrarsi alla guida. Per quanto riguarda i motori della Volvo XC40 troviamo tra i benzina: il T3 da 1.5 litri e 156 cavalli, il T4 da 2.0 litri e 190 cavalli ed il T5 sempre 2.0 litri ma con 247 cavalli di potenza. Mentre tra i diesel si può scegliere per il D3 da 150 cavalli ed il D4 da 190 cavalli, entrambi di 2.0 litri di cilindrata.


Opel Zafira

Per quanto riguarda i monovolume segnaliamo l’Opel Zafira che si è presentata sul mercato sfoggiando il recente linguaggio stilistico introdotto dalla casa tedesca fatto di linee slanciate e nette. Lo spazio interno non manca sia per i passeggeri sia per gli oggetti grazie a numerosi vani. I due strapuntini presenti nel bagagliaio ed estraibili dal fondo del baule aumentano la capacità di trasporto sino a 7 persone ma sono indicati per persone dall’altezza non eccessiva

CHIMICA ON THE STAGE

Ven, 10/16/2020 - 10:15

 Si può portare la chimica a teatro? Esiste anche un altro modo per divulgare la chimica? Le risposte, affermative, le trovate in un libro, che racconta come gli autori sono riusciti nell'impresa. Potrete leggere due pezzi di teatro a sfondo chimico e - al fondo - tutte le indicazioni per preparare gli esperimenti da rappresentare in scena. 

"Chimica on the stage - sei personaggi in cerca di esperimenti", di Andrea Macchia e Luigi Campanella (Tab Edizioni) è uscito nel mese di settembre. L'obiettivo non è soltanto affascinare e coinvolgere il pubblico, in quanto esistono già diverse forme di divulgazione che puntano a questo risultato. L'obiettivo più profondo e, secondo me, più importante è far sì che i giovani, nelle scuole o direttamente a teatro, mettano in scena le opere descritte nel libro. Si tratta di un modo di apprendere facendo esperimenti, divertendosi nella mente dei personaggi in scena e - soprattutto - cooperando nel gruppo classe per ottenere un risultato decisamente di squadra. 

La traccia delle due opere è costituita da due film / storie che hanno lasciato un segno in moltissimi spettatori / lettori: si tratta del "Canto di Natale" di Charles Dickens (chi non ricorda l'avarissimo Ebenezer Scrooge?) e Frankestein Junior di Mel Brooks (con l'indimenticabile Gene Wilder). Naturalmente, gli autori hanno "rivisitato" le storie in chiave chimica, e l'effetto sul lettore ne risulta potenziato: da un lato ci si trova immersi in una trama che ben si ricorda e suscita diverse emozioni, dall'altro c'è la tipica meraviglia degli esperimenti chimici e - tra le righe - una discussione su com'è e come dovrebbe essere la chimica oggi. 

A tal proposito, nella prefazione, Maria Raffaella Pisanu trasmette un messaggio molto importante: la chimica è un ponte fra due culture, ovvero fra l'umanesimo e la scienza. Il pittore usa i colori, mentre il chimico usa le molecole. Inoltre, esiste un legame molto forte fra ricerca, insegnamento e divulgazione, che sono tre attività tutte ugualmente importanti. La rappresentazione teatrale non è altro che una forma di didattica moderna, che - però - ha un potere di coinvolgimento decisamente superiore alla classica lezione in aula. La parola chiave, in questo caso, è "interattività": ed è stato questo il principale obiettivo degli autori, in quanto tramite il teatro è possibile trasformare i fruitori in protagonisti. Oggi, infatti, gli studenti sono fruitori, ma domani rappresenteranno loro stessi quelle trame e quegli esperimenti sul palco, diventando così dei veri protagonisti. 

Peraltro, le rivoluzioni scientifiche - in ogni ambito - sono diventate molto frequenti, e mai come oggi si sente la necessità di divulgatori, ma occorre sperimentare nuove modalità. La chiave della divulgazione sembra proprio l'immedesimazione, che è poi lo stesso meccanismo che si verifica in situazioni che appassionano molto le persone (ad esempio il calcio). Si tratta, in fine dei conti, di superare una barriera. Cito testualmente, a tal proposito, l'analogia fatta dagli autori con riferimento alla chimica: "E' come una reazione spontanea che per avvenire ha bisogno di superare la barriera sistemica costituita dall'energia di attivazione. Nella divulgazione la barriera si instaura tra l'interlocutore e la scienza". Ed ecco che, proprio l'opera teatrale diventa uno stratagemma per superare quella barriera. A patto che la chimica diventi parte integrante del testo, e non semplice oggetto di scena.

Walter Caputo

Chimica on the stage: 33° libro letto nel 2020.

Qualche suggerimento per migliorare il sonno

Gio, 10/15/2020 - 11:02




A tutti capita di non riuscire a prendere sonno; oppure di addormentarsi presto, per poi svegliarsi nel cuore della notte. Se capita raramente questo tipo di problematica ha effetti passeggeri; quando invece le notti di sonno breve o disturbato si ripetono spesso il risultato è drammatico: difficoltà di concentrazione, sonnolenza durante la giornata, mal di testa. Eppure ci sono dei metodi che consentono di migliorare il sonno senza dover assumere farmaci o modificare in modo eccessivo la propria camera da letto. Vediamone alcuni.

Le piante che conciliano il sonnoPer poter migliorare il sonno è importante ragionare su quali sono le cause che causano bruschi risvegli, o difficoltà ad addormentarsi. A volte la principale causa è da correlarsi alla presenza di sostanze inquinanti nell’aria di casa, in particolare in quella della camera da letto. L’inquinamento può provenire dall’esterno, spesso però le sostanze tossiche presenti in casa derivano dalle vernici usate per le pareti, dai mobili, o anche dai coloranti della biancheria da letto. Ci sono piante che sono in grado di filtrare l’aria attraverso la loro respirazione. Le foglie di fatto assorbono le sostanze tossiche o inquinanti presenti nell’aria, favorendo il sonno. Fa questo, ad esempio, il classico ficus. Se poi si posiziona un vaso di lavanda, o di altre piante dal profumo rilassante, chiaramente il sonno tenderà ad arrivare con maggiore rapidità.

Cosa si mangia a cena?Anche ciò che si mangia influenza il corretto riposo notturno. Per chi tarda a prendere sonno e si trova nel bel mezzo della notte ancora sveglio, a cercare conforto nei programmi TV, uno dei rimedi migliori arriva dai carboidrati, meglio se integrali. Pane, pasta, cereali brillati, sono un’ottima fonte di triptofano, una sostanza che contribuisce alla produzione della serotonina, l’ormone che regola la felicità, ma che svolge una importante azione anche per quanto riguarda il sonno. Ovviamente è importante evitare gli eccessi, pasti troppo abbondanti, pesanti e ricchi, assunti poco prima di andare a letto, causano l’effetto contrario: difficoltà ad addormentarsi o risvegli improvvisi notturni.

Controllare materasso e cuscinoSono molti coloro che acquistano cuscino e materasso contemporaneamente e li utilizzano poi per molti anni. In effetti un buon materasso è fatto per essere utilizzato a lungo, arriva però anche per lui il giorno in cui deve essere sostituito. Oggi sono disponibili in commercio materassi molto comodi, prodotti con molle insacchettate, unite alle nuove tecnologie in schiuma. Il risultato è comodo e confortevole e permette di eliminare problemi alla cervicale, alle spalle o alla schiena. Ovviamente andrà abbinato con un cuscino all’altezza della situazione. Per scegliere il materasso e il cuscino più adatti è sempre consigliabile testarli in negozio, alcuni consentono di provare tutti i prodotti che hanno in catalogo.

L’umidità “giusta”Quando si cerca un sonno perfetto è importante anche considerare che il nostro organismo preferisce l’aria umida e fresca. Purtroppo i sistemi di riscaldamento e di climatizzazione, uniti a rivestimenti e infissi sempre più perfetti e ben costruiti, portano ad ottenere un’aria in casa asciutta, troppo asciutta. In molti casi l’utilizzo di un umidificatore consente di riposare per tutta la notte, respirando senza problemi ed evitando la presenza di fastidiosi sintomi quali naso chiuso o difficoltà di respirazione.

Le nuove tecnologie nel mondo del gioco virtuale

Mer, 09/23/2020 - 12:50


Le nuove tecnologie hanno cambiato il modo di percepire il mondo, il lavoro e l’intrattenimento durante il nostro tempo libero. Per quanto riguarda i videogiochi c’è da dire che grazie a recenti sviluppi tecnologici è stato possibile creare siti completamente dedicati ai giochi online, portali attraenti e funzionali come https://rabona.com/it/, un casinò online dall’estetica attraente e fornito di diversi tipi di giochi.


L’arrivo di internet ha cambiato la vita a tutti e ha portato diverse innovazioni anche in come trascorriamo il nostro tempo libero e nell’industria dei giochi. Sono nate numerose nuove forme di intrattenimento e i giochi online e i casinò virtuali hanno fatto passi da gigante. Chi gioca ai videogiochi non è per forza isolato in casa sua ma può partecipare a modalità di gioco online insieme ad altre persone, conosciute o no. In questo senso internet offre la possibilità di condividere tavoli da gioco con giocatori che si trovano a molti chilometri di distanza. Inoltre, non è nemmeno necessario avere a disposizione un PC, basta un dispositivo connesso a internet come smartphone o tablet.


Vantaggi dei giochi online


Per alcune persone i videogiochi non sono un buon modo di trascorrere il tempo libero, tuttavia diversi studi recenti hanno dimostrato che possono aiutare a stimolare il cervello in modo positivo mantenendolo attivo e pronto a comunicare e prendere decisioni. Di fatto, sviluppare una strategia di gioco migliora il funzionamento della memoria e promuove il problem-solving, la risoluzione di problemi. Inoltre, giocare online migliora la capacità di stare all’erta e aiuta a ridurre lo stress dato che aiuta a distanziarsi dai problemi della vita quotidiana.


Come cambieranno i giochi online e i videogiochi nei prossimi anni grazie all’ingresso sul mercato di specifiche nuove tecnologie?


Relatà virtuale


Si tratta di uno sviluppo non del tutto contemporaneo dato che se ne parlava già negli anni ‘80, il suo punto forte è che permette di vivere esperienze davvero realistiche grazie a grafiche molto accurate rese possibili da hardware come gli occhiali Oculus. Ad oggi è già possibile trovare sul mercato giochi pensati per essere vissuti con questo tipo di tecnologia ma nei prossimi anni saranno sempre di più.


Giochi per smartphone di alto livello


I giochi per smartphone vengono sviluppati per intrattenere il pubblico nei momenti “morti “ della giornata e non per trascorrere ore e ore davanti a uno schermo. Basti pensare ad app diventate una vera e propria mania gli anni scorsi come Candy Crush o Angry Birds. Presto vedremo giochi per smartphone concepiti per essere fruiti con realtà virtuale come fu il caso di Pokemon Go.


Hololens


Il progetto di realtà virtuale e ologrammi di Microsoft è uno dei più seguiti dagli specialisti del settore e dal pubblico amante dei videogiochi. Si tratta di occhiali che permetteranno ad esempio di vedere uscire navi spaziali dalle finestre, percepire le tue mani come armi e avere la sensazione di essere seduto sul divano insieme ad un mostro epico.


Hololens promette di rivoluzionare l’industria dei videogiochi dato che gli ologrammi appariranno nel contesto del giocatore. In altre parole questi occhiali aprono una gamma di possibilità nell’ambito della realtà virtuale e ci faranno sentire in un film di fantascienza.

Cessione del quinto e Compass Quinto: tutte le info da sapere

Mar, 09/15/2020 - 17:08


La cessione del quinto, negli ultimi anni, ha assunto un ruolo sempre più rilevante nella sfera dei finanziamenti. Ma come funziona la cessione del quinto? Ecco alcune informazioni utili su questa tipologia di prestito.


Che cos’è la cessione del quinto?

La cessione del quinto è una formula particolare di prestito personale. Si tratta di un'opportunità estremamente vantaggiosa per alcuni soggetti. Infatti non tutti possono accedere a tale forma ma, va detto, vi rientrano solo alcune categorie. A beneficiare della cessione, quindi, sono solo dipendenti pubblici, statali o privati (con contratto a tempo indeterminato) e pensionati.


Ma come funziona la cessione del quinto? Prima di tutto è bene dire che si tratta di un prestito non finalizzato, quindi, l'istituto di credito non è tenuto a sapere la causa di tale richiesta. Inoltre tale prestito non può superare mai i 120 mesi, per cui in tale periodo di tempo il richiedente deve esaurire le rate.


Una volta ottenuto il prestito, pensionato o il lavoratore dipendente, è necessario procedere alla restituzione del denaro. In questo momento entra in scena il datore di lavoro o l'ente che i occupa di erogare la pensione. Saranno proprio loro ad occuparsi del pagamento rateale del finanziamento, ma come? Detraendolo direttamente dalla pensione o stipendio. In tal caso il conto corrente personale non viene mai toccato ma il tutto viene regolato con questa terza figura.


Cessione del quinto: vantaggi

La cessione del quinto è un’operazione di credito altamente garantita ma ogni istituto di credito ha le sue regole in materia di ammissibilità. Restano, però, alcuni principi base da rispettare. Prima di concedere, ad esempio, un prestito ad un dipendente pubblico o privato, vanno verificati alcuni elementi riguardanti il suo rapporto di lavoro. Infatti si richiede una certa anzianità del dipendente, un numero minimo di unità presenti in azienda e il capitale sociale della società. La pratica andrà a buon fine qualora tutto corrisponda ai parametri richiesti. Ma perchè si analizzano i dati aziendali? Per poter comprendere l'affidabilità dell'azienda e, quindi, la sua liquidità.


La cessione del quinto, dagli elementi analizzati, risulta un’operazione estremamente sicura per entrambe le parti in causa. Proprio per questo motivo sono in molti a richiedere tale prestito in determinati momenti della loro vita.


Cessione del quinto: documenti richiesti

Se ad accedere al finanziamento è un dipendente è richiesta la documentazione anagrafica e personale ma anche le certificazioni legate alla posizione reddituale e lavorativa. Inoltre dovrà munirsi di una delega in cui viene autorizzato il datore di lavoro a procedere al pagamento della rata attraverso lo stipendio.


Se a richiedere la cessione del quinto è un pensionato, in questo caso le garanzie sono ridotte. Infatti basterà solo il cedolino della pensione per poter accedere al finanziamento in breve tempo.


La realtà Compass Quinto

Il noto gruppo Compass negli ultimi anni ha deciso di lanciare sul mercato Compass Quinto, specializzata nella cessione del quinto. Compass Quinto è una realtà agenziale presente su tutto il territorio nazionale ed è nata per offrire le migliori soluzioni di finanziamento per pensionati e dipendenti che necessitano di maggiore liquidità. Grazie all'affidabilità di Compass e ad una rete efficiente, sarà possibile avere accesso ad un prestito dalle condizioni chiare e sempre orientate al cliente. Per tutte le informazioni e come avviare una pratica consigliamo di visitare il sito ufficiale compassquinto.it. 

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Come sono fatti i tubi flessibili per carburanti

Mar, 09/15/2020 - 16:21


Realizzati in poliuretano e pvc, i tubi flessibili per carburanti vantano caratteristiche che li rendono accessori destinati a poter essere usati in molteplici applicazioni: prodotti di cui non possono fare a meno, tra l’altro, coloro che gestiscono la produzione e la compravendita di idrocarburi. Si parla di tubi che vengono sviluppati e costruiti per essere in grado di trasportare idrocarburi a una temperatura che può andare da un minimo di 5 gradi a un massimo di 60. Non sono certo pochi i potenziali ambiti di impiego, ed è per questo che i clienti hanno l’opportunità di avvalersi di un prodotto che fa della versatilità il proprio tratto distintivo, con peculiarità tali da poter entrare in contatto con gli oli, con le benzine e con tutti gli altri carburanti.

A cosa servono i tubi per carburanti

Come si può leggere sul blog di Mediatecsrl.it, i tubi flessibili per carburanti possono essere classificati in funzione di caratteristiche ben precise, come per esempio la temperatura che sono in grado di supportare, la pressione o il diametro. All’interno di questi tubi i liquidi scorrono senza problemi e in modo fluido; essi sono caratterizzati da una superficie interna liscia, e di conseguenza non presuppongono tempi eccessivamente lunghi ai fini del trasporto. Lavorati per mezzo di tecnologie altamente innovative, i tubi per carburanti sono realizzati in gomma.

Come viene lavorato un tubo per carburanti

La flessibilità, come si può ben intuire, è una delle caratteristiche più importanti dei tubi per carburanti, che hanno caratteristiche eccellenti dal punto di vista della resistenza alle temperature più elevate. Essi, infatti, non corrono il rischio di essere danneggiati né da parte degli agenti atmosferici né per effetto di eventuali abrasioni. Nel caso in cui vengano effettuate delle lavorazioni speciali, poi, è possibile fare in modo che i tubi aumentino il proprio livello di resistenza agli agenti chimici o alla benzina. Ogni dettaglio viene sottoposto a rigorosi controlli in tutte le parti dei tubi, incluso il sottostrato.

La sicurezza e l’affidabilità

Appare evidente che per prodotti che sono destinati a un utilizzo di questo tipo è molto importante riuscire a garantire i livelli di affidabilità più elevati e standard di sicurezza ottimali. La resistenza nel tempo è solo una delle tante prerogative che devono essere assicurate a tale scopo, tenendo presente che i tubi flessibili per carburanti possono essere impiegati per caricare e scaricare molti altri fluidi oltre alla benzina, anche per lo svolgimento di attività quotidiane.

Le tecnologie di Mediatec

Mediatec è una delle realtà specializzate nella produzione di tubi per carburanti, ed è in grado di realizzare pezzi su misura sulla base dei disegni che vengono messi a disposizione dalla clientela. L’officina meccanica, gli impianti produttivi e tutte le attrezzature assicurano standard molto elevati dal punto di vista della flessibilità produttiva, e ciò consente di realizzare sia grandi serie che pezzi singoli. Ogni articolo è accompagnato da una specifica certificazione, a dimostrazione della qualità offerta.

Materiali plastici, la lavorazione a disegno

Gli impianti all’avanguardia dell’officina di Mediatec permettono di svolgere un gran numero di lavorazioni, tra cui il taglio, la tornitura, la fornitura, la pantografatura, la profilatura, la sagomatura, la filettatura e la fresatura, eventualmente a 5 assi interpolanti. La lavorazione meccanica basata sull’asportazione del truciolo consente di lavorare particolari di qualunque materiale plastico, tanto per lotti grandi che per quantità modeste. Vale la pena di menzionare, poi, la tranciatura e la fustellatura a disegno, con l’applicazione di guarnizioni e particolari realizzati in grafite, in poliuretani di durezze differenti, in espansi di diverse densità, in grafite armata e in mescole in gomma compatta, come il silicone.

Nuove professionalità: i mestieri che vedremo presto

Mer, 09/09/2020 - 15:49

Molti futurologi si chiedono quali saranno le mansioni più gettonate tra 5 o 10 anni. Le certezze sono pochissime ma di certo molti mestieri andranno a scomparire grazie alla progressiva robotizzazione delle mansioni pesanti e all’introduzione dell’Intelligenza Artificiale in vari ambiti della società.

Il Dipartimento del Lavoro statunitense prevede che il settore tecnologico sarà ancora quello trainante, ma prenderanno sempre più piede la green economy e l’assistenza alla persona, considerando il progressivo invecchiamento della popolazione.

Smart city

Una nuova frontiere tecnologica è quella che vede le città al centro di una progressiva informatizzazione. Le città intelligenti avranno tanti servizi gestiti totalmente dalla tecnologia. Aspetti cruciali come l’illuminazione stradale, la gestione dei rifiuti e delle risorse idriche saranno affidati a sensori e algoritmi che faranno tutto il “lavoro sporco” affiancati da figure altamente specializzate. Per esempio, gli energy manager si occuperanno di controllare l’efficienza energetica degli edifici e delle centrali. Ai cyber city analist sarà affidata la gestione dei dati rilevati dai sensori e quelli dei cittadini. Questo settore potrebbe creare dei problemi di privacy se certe informazioni sensibili finissero nelle mani sbagliate. Proprio per questo diverranno indispensabili i cybersecurity expert, delle figure già assoldate dalle piattaforme di gioco più affidabili come Campobet, capaci di tenere al sicuro reti informatiche e banche dati.





 Fonte: Pxhere


Cura degli anziani

Gli esperti indicano che l’aspettativa di vita salirà a 85 anni entro il 2040, proprio per questo gli home carer saranno presto affiancati dagli AI-assisted health care technician, degli infermieri che con l’ausilio delle nanotecnologie e dell’intelligenza artificiale potranno monitorare da remoto i valori vitali e dosare i medicinali somministrati tramite appositi macchinari. Inoltre, gli ultimi ritrovati della tecnologia medica faranno nascere altre professioni come i memory augmentation surgeon, coloro che aiuteranno i pazienti a recuperare la memoria, e i geomicrobiologist che alleandosi con batteri e microrganismi potranno creare farmaci innovativi e specifici per ogni paziente. 

I mestieri più bizzarri

Altre professioni sono meno scentifiche che cambieranno diversi aspetti delle nostre vite. Per guidarci agli acquisti online arriverà il virtual store sherpa che grazie ai visori VR ci farà sentire dentro un vero negozio a provare vestiti e quant’altro. Il journey builder sarà colui che ci aiuterà a pianificare i viaggi del futuro con l’aiuto della realtà aumentata. La green economy sarà sempre più al centro dei piani di sviluppo di molte nazioni e città e i digital architect potranno sfruttare la stampa 3d per studiare meglio l’efficienza degli edifici con un occhio al design, mentre i vertical farmer si occuperanno di costruire coltivazioni su più piani nell’ottica di ridurre lo sfruttamento del suolo.



Fonte: Needpix


Anche in Italia?

Avendo una forte vocazione per la cultura e l’arte, la penisola dovrà puntare sempre più sul turismo e all’innovazione del comparto agroalimentare, ma anche alle energie rinnovabili per proteggere le bellezze del territorio. Questa rivoluzione 4.0 potrebbe davvero godere del genio italico ma prima bisogna recuperare il ritardo storico nell’istruzione: infatti nella generazione 25-34 anni, negli USA ci sono il 42% di laureati contro il 28% in Italia.

Però le cose stanno cambiando e sicuramente la nostra “arte di arrangiarci” potrà divenire il fattore determinante nel mercato lavorativo del futuro.

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A TRIESTE PARTE ESOF 2020

Mar, 09/01/2020 - 18:30

Trieste ospita questa settimana l'edizione 2020 dello EuroScience Open Forum. Un’edizione che avrà una doppia veste, fisica e virtuale, ma che segna comunque una ripartenza per le manifestazioni a carattere scientifico che coinvolgono il grande pubblico. Nel 2022 toccherà a Leiden.


Trieste è considerata in Italia un polo importante per la ricerca, la scienza e l’innovazione. Una città orientata alla crescita e allo sviluppo sostenibile, con un impatto che si estende oltre l’Italia, internazionalmente famosa per l’alta concentrazione di istituzioni scientifiche. Questi tra i motivi che l’hanno portata a essere scelta come Città europea della scienza per il 2020.
Questa settimana Trieste ospiterà infatti lo EuroScience Open Forum 2020, promosso dall’omonima organizzazione di ricercatori europei EuroScience. Esof è il principale evento interdisciplinare in Europa dedicato alla scienza, all’innovazione e a loro rapporto con la società e si svolge a cadenza biennale. Un’edizione che cade nell’anno della pandemia di Covid 19 e che rappresenta idealmente un nuovo inizio delle attività “in presenza”, ovviamente rinviate da marzo in poi. Dopo lo slittamento dell’evento, inizialmente previsto per luglio, prendono infatti via il congresso scientifico Esof 2020 e Science In The City Festival, dedicato al pubblico.

Una delle immagini più iconiche di Trieste: Piazza Unità al crepuscolo
L’Istituto nazionale di astrofisica partecipa con diverse attività. Presso lo spazio espositivo del Porto Vecchio (magazzini 27 e 28), ci sarà uno stand istituzionale, presso il quale sarà possibile avere materiale informativo sull’istituto.
Tra le attività organizzate dall’Inaf, nell’ambito della sezione scientifica dell’evento, fruibile online previa iscrizione al congresso, segnaliamo l’evento dal titolo Into the era of gravitational wave astrophysics che si terrà sabato 5 settembre alle 10:15, organizzato da Fabrizio Fiore in collaborazione con la Sissa.
L’Inaf è presente poi a “Science in the City” parte fondamentale di ogni EuroScience Open Forum, una sezione dedicata a persone di tutte le età curiose di conoscere la scienza e la tecnologia. Si tratta di uno dei più grandi momenti di partecipazione pubblica ad eventi scientifici e tecnologici in Europa.
Grazie all’Inaf di Trieste fino al 4 settembre, la sera a palazzo Gopcevich, sarà possibile provare il Virtual Tour of the Universe, nel quale dei gruppi di 25 persone dotate di visori per la realtà virtuale potranno visitare lo spazio con la guida di astronomi professionisti. Il tour virtuale avrà inizio dal cielo stellato di Piazza Unità d’Italia, per poi passare alla Stazione osservativa di Basovizza. Da qui, lo spettatore avrà la possibilità di esplorare il cielo a 360 gradi, come se si trovasse su una navicella che ha appena lasciato il pianeta Terra. L’ultima tappa del tour virtuale saranno le Ande cilene, dove si trovano i più grandi telescopi al mondo in grado di investigare il cielo profondo. Prenotazioni qui: https://bit.ly/3kz5uQY


Crediti: Michele Maris/Inaf Trieste
I ricercatori Inaf saranno in campo poi il 4 e 5 settembre, in Piazza Unità d’Italia, con Scienziopolis, un gioco collaborativo, rivolto a bambini e ragazzi, che ha lo scopo di costruire una rete di conoscenza che unisca gli enti di ricerca. I giocatori si trasformano nelle pedine di un tabellone, rispondendo a domande di tecnologia, energia, pianeta, spazio, salute, storia e arte: quando la squadra stabilisce una collaborazione con un centro di ricerca, ne riceve il badge…e così via costruendo collaborazioni.
Da non perdere la mostra XTREME: Vivere in ambienti estremi (dal 29 agosto al 11 ottobre, Magazzino Delle Idee) di cui abbiamo parlato su Media Inaf. Una mostra che unisce speleologia, astrobiologia e Antartide: tre mondi distanti legati dalla straordinaria capacità della vita di sopravvivere in condizioni estreme. 
L’Inaf di Trieste ha collaborato inoltre a realizzare la conferenza teatrale interattiva Everybody wants to Flop (2 e 4 settembre alle 18:30, Caffè San Marco) e il progetto Science Greeters – itinerari e contenuti multimediali online:
La prima è un percorso nel quale il pubblico partecipa alla narrazione dell’oggetto del talk e ripercorre da protagonista, guidato dal relatore e da professionisti del teatro, le tappe delle scoperte e delle innovazioni, mentre l’obiettivo del progetto Trieste 2020 Science Greeters, promosso e organizzato dalla Fondazione Pietro Pittini, è quello di fornire a turisti, scienziati e cittadini che si troveranno a Trieste in occasione di Esof 2020 e dello Science in the City Festival, degli insoliti itinerari di visita che li aiutino a scoprire alcuni dei luoghi di maggior interesse della città.
Insomma una ragione in più per visitare Trieste questa settimana, in attesa dell’edizione 2022 che si svolgerà a Leiden, nei Paesi Bassi.

Si ringrazia per la il comunicato stampa  Francesca Aloisio  

ADI APICOLTURA LANCIA "SALVA 50.000 API, ADOTTA UN'ARNIA"

Lun, 08/31/2020 - 06:58
A inizio settembre parte una nuova iniziativa che permetterà al consumatore di diventare protagonista attivo della salvaguardia dell’ambiente, con un’azione concreta: l’adozione di un’arnia. Ce ne parla Adi Apicoltura. 





Salvare una famiglia di api che conta più di 50.000 esemplari, sarà possibile da inizio settembre grazie all’iniziativa promossa da ADI Apicoltura, azienda familiare che da 150 anni si prende cura delle api e dell’ambiente.
La famiglia Iacovanelli di Tornareccio (CH), impegnata già da 20 anni nell’apicoltura biologica, ha deciso di condividere la sua passione per la sostenibilità dando la possibilità al consumatore di partecipare attivamente. L’adozione dell’arnia sarà possibile in tre formule: 6, 12 o 36 mesi. Oltre all’opportunità di seguire lo stato di salute delle proprie api con report costanti, il donatore riceverà dei vasetti di miele personalizzati, prodotti dall’arnia che adotta.
Le api sono le principali responsabili dell’impollinazione delle verdure e della frutta che mangiamo ogni giorno: senza di loro il mondo sarebbe meno bello, colorato e buono. Adottare un’arnia significa aiutare una famiglia di 50.000 api a sopravvivere alle dure condizioni climatiche di oggi, rendendosi i protagonisti attivi di un miglioramento ambientale. Sarà possibile partecipare all’iniziativa singolarmente o in gruppo, la quota minima per persona è 50 euro per 6 mesi (l’intera arnia si salva con 300 euro). Una bella iniziativa di sensibilizzazione che andrebbe diffusa nelle scuole, per avvicinare bambini e ragazzi a questo tema oggi più che mai importante.
Per maggiori informazioni consultate il sito "Adotta la tua arnia"

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Campi elettromagnetici responsabili della progressiva estinzione delle api? Cosa c’è di vero?

CORSO DI LAUREA IN CRIMINOLOGIA E SCIENZE INVESTIGATIVE IN TELEDIDATTICA

Sab, 08/01/2020 - 12:25
Il Corso di Laurea Online in Criminologia e Scienze Investigative prevede l’acquisizione di una base culturale su cui innestare ulteriori competenze acquisite e sviluppate nel corso degli studi. Rivolto soprattutto a lavoratori, professionisti o persone con impegni personali o di lavoro, il corso utilizza le tecnologie telematiche per lo studio e gli esami. 
Foto di Bill Oxford su Unsplash


Le competenze di tipo sociologico e criminologico che acquisirà lo studente, porranno l’attenzione sia all’evoluzione dei fenomeni criminali sia alle strategie di intervento e ai piani destinati alla prevenzione e alla promozione della sicurezza sociale. Stante l’imprescindibilità dalla analisi di fattori comportamentali, la completa formazione del laureato in Sociologia e Criminologia non può prescindere dall’approfondimento di competenze nei settori scelti per questo percorso formativo.
In ottemperanza ad una prospettiva eminentemente sociologica riguardo alle tematiche trattate, il corso propone inoltre lo sviluppo di aree di studio rivolte anche all’analisi della dimensione quantitativa e qualitativa della metodologia della ricerca sociale applicata e allo studio della fisionomia psicosociale e criminologica degli autori di reato.
Per maggiori informazioni, compilare il form presente su mediacampusuniversitario 
PROGRAMMA DEL CORSO

4 Ects – Sociologia della devianza
4 Ects – storia della pedagogia (PEDAGOGIA DELLA DEVIANZA)
6 Ects – Criminologia
10 Ects – Principi di Psicologia
12 Ects – Istituzioni di diritto penale
12 Ects – Sociologia della devianza e criminologia applicata
12 Ects – Principi di Psicoanalisi

Secondo Anno

4 Ects – Fondamenti di Filosofia e Religioni
8 Ects – Informatica e Cybercrimes
12 Ects – statistica sociale e criminologica (ANALISI E DATI)
12 Ects – Diritto processuale e Penale
12 Ects – Tecniche investigative applicate
12 Ects – Archeologia dei resti umani

Terzo Anno

4 Ects – Grafologia peritale e investigativa

6 Ects – Lingua Inglese8 Ects – Mafie e processi di vittimizzazione
12 Ects – Psicologia Criminale
12 Ects – Tecniche di identificazione e foto segnalamento
12 Ects – Sociologia Politica e Sicurezza Internazionale
6 Ects – Tesi


Per maggiori informazioni, compilare il form presente su mediacampusuniversitario 

La riapertura delle sale slot al centro del dibattito sul gioco in Italia

Lun, 07/27/2020 - 08:55


Il gioco d’azzardo, durante l’emergenza Coronavirus, ha pagato danni più alti del previsto. Ed ha vissuto un periodo di autentica crisi: dapprima con la chiusura di tutte le attività del gioco terrestre, poi con la sospensione delle lotterie di casa ADM. Mentre il gioco online resisteva e continuava a macinare consensi, non si sono verificati significativi aumenti di spesa e di raccolta per cui tutta l’industria ha sofferto a causa di un lockdown in molti casi proseguito ben oltre la data-limite del 4 maggio. La quarantena per i giochi è cominciata prima ed è proseguita. I numeri non lasciano presagire scenari migliori, con un calo di oltre il 24% del fatturato mondiale del gioco.


Situazione tanto più grave in Italia, dove l’industria deve fare i conti con politiche spesso proibizioniste e, da oggi, anche coi cambi di abitudine che gli italiani hanno avuto in quarantena. Lo stato dell’arte oggi parla del settore scommesse ridotto all’osso e quello delle slot machine, il traino del mondo del gaming italiano, colpito duramente. Tra le questioni di primaria importanza, però, una su tutte ha tenuto banco: quella della riapertura delle sale slot. Annunciata a più riprese e sempre rimandata per un motivo o per un altro, questo tema ha acquisito sempre più importanza all’indomani del 4 maggio, quando l’avvio della Fase 2 poteva lasciar supporre qualche segnale incoraggiante che, per il gioco, come sempre, non c’è stato. Il gioco ha dovuto aspettare, addirittura, il 15 giugno, quando quasi tutte le Regioni hanno dato il nullaosta alla riapertura.
Il tutto in una situazione sempre più frastagliata: mentre partiva mezza Italia, ogni regione faceva le sue scelte che, seppur lecite, parecchio penalizzanti. Uno studio condotto da Slots Gratis Online ha evidenziato come la parola “riapertura sale slot” su motori di ricerca come Google Trends ha registrato sempre più interesse nel bimestre aprile-maggio, con una impennata a fine maggio, quando cioè diventavano sempre più insistenti le notizie sulle riaperture, poi slittate per via del fatto che il Governo ha delegato il tutto alle Regioni. 
Così la parola ha raggiunto il 100% di densità nel Lazio dove, dopo parecchie speculazioni, Nicola Zingaretti ha rinviato tutto al 1° luglio, a causa dei nuovi focolai sorti a Roma. Subito dopo c’è l’Abruzzo, dove la densità della parola ha raccolto il 67%. In regione l’ok alle riaperture è arrivato il 14 giugno, con un forte rischio proroga. Ottima densità della parola anche in contesti come Veneto, Liguria e Toscana (61%). Nelle prime due regioni il via libera c’è stato il 19 giugno, mentre in Toscana si è anticipato il tutto al 13 giugno. Tra gli argomenti correlati, grande importanza alla parola chiave “Slot machine” e a keyword come “Videolottery” e “scommesse sportive”, che hanno tutte registrato un’impennata.

Covid-19 e Business Intelligence: cosa è cambiato

Sab, 07/25/2020 - 12:12




Il Covid-19 ha costretto molteplici aziende al lockdown, con chiusura totale delle attività produttive.Lo stop diffuso ha quindi inciso molto sulla business intelligence, un comparto che si avvale principalmente di consulenza e ha portato ad un riassetto organizzativo e a diversi cambiamenti nella gestione del lavoro.Con la business intelligence si possono attuare numerosi progetti, come potete notare visitando il sito www.dialog.it, e quindi sebbene alcune siano stato bloccate per oggettiva mancanza di dati, altre hanno continuato ad andare avanti, adattandosi agli eventi contingenti.
L’avvento dello Smart WorkingUno dei più importanti esperimenti sociali realizzati durante l’emergenza Coronavirus è stato la diffusione dello smart working. Lavorare da casa è diventato un nuovo modello da indagare per verificare la produttività, il livello di alienazione e i riscontri sui costi dell’azienda.

In molti casi, le persone che hanno sperimentato lo smart working, hanno dichiarato di aver ricevuto grandi vantaggi, sebbene abbiano riscontrato un aumento delle ore di lavoro. Il fenomeno è tuttavia ancora tutto da indagare e da perfezionare, ma da questo periodo, scaturiranno sicuramente nuove opportunità di vivere più liberamente la propria professionalità, con benefici fisici e sociali, come il contrasto allo stress. La business intelligence in questo può essere molto utile perché, attraverso i software di gestione, si possono analizzare i dati delle performance dei dipendenti e realizzare report periodici per capire come ci si sta muovendo all’interno di un progetto e come si può migliorare se ci sono delle difficoltà. Deve però cambiare l’approccio alla commissione del lavoro, con una pianificazione che metta al centro gli obiettivi e non il monte ore. Il vantaggio più importante dello smart working è la libertà di gestire il proprio tempo e se questa è minata da una vecchia impostazione del lavoro, non si apprezza appieno l’utilità del lavoro agile. Questo vale ovviamente per le attività che non richiedono un servizio al pubblico o un’assistenza, che ha ovviamente degli orari fissi da rispettare.La rivoluzione è comunque in atto ed è bello pensare di attuare dei cambiamenti importanti nella società, che mettano al centro i bisogni delle persone e del nostro pianeta. 


Il ruolo del consulenteLa business intelligence è in molti casi seguita da consulenti esterni, che pianificano per le aziende progetti a medio e lungo termine e li controllano mediante 3 step operativi: raccolta, organizzazione e analisi dei dati.Durante il Coronavirus, i consulenti aziendali hanno mantenuto uno status quo in merito ai progetti avviati, anche in virtù del fatto che ciascuna collaborazione è vincolata da obblighi contrattuali.Il momento più difficile arriva adesso, perché bisogna convincere gli imprenditori a investire in progetti che migliorino la gestione delle loro azioni. La necessità di liquidità potrebbe fermare questo desiderio, ma bisogna puntare sull’importanza della gestione oculata dei dati per affrontare la crisi. Per molte aziende, essere consapevoli di tutti i dati interni, è stato fondamentale per superare la crisi.Come per lo smart working, si deve lavorare ad una nuova visione del lavoro e della gestione del mercato, che ci renda pronti ad affrontare ogni ostacolo. 

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