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Aggiornato: 12 min 23 sec fa

QUASICRISTALLI: L'AVVENTURA DI UNA SCOPERTA EPICA

Dom, 01/02/2022 - 11:13

Luca BindiQuando si tratta di scienza, non necessariamente occorre spiegarla o divulgarla. Chi legge o ascolta può non trovarsi a proprio agio di fronte ad un professore universitario o ad un divulgatore scientifico. La scienza bisogna raccontarla, nel senso che la gente vuol sapere come si è fatta una scoperta, ma proprio nei dettagli, come se fosse un romanzo: chi è il protagonista principale, chi sono quelli secondari, dov'è ambientata la storia, da cosa ha avuto origine la narrazione, come si è evoluta la trama un colpo di scena dietro l'altro e - infine - com'è terminata, cioè dove siamo arrivati e... ci sarà un seguito?

Scrivere "l'avventura di una scoperta" è un compito tutt'altro che facile, che Luca Bindi - con il suo "Quasicristalli" (Tab Edizioni) - ha saputo brillantemente affrontare e risolvere. Ha risposto infatti a tutte le domande che il lettore pone all'autore di una storia, che è la vera storia di com'è giunto a scoprire un quasicristallo in natura, cioè un cristallo aperiodico, con "caratteristiche quasi impossibili da realizzarsi in natura".

Ed è questo che serve a noi lettori, per avere fiducia nella scienza: vivere le emozioni non di uno scienziato nella torre di cristallo, ma quelle di un "Indiana Jones dei cristalli impossibili ", che però non è un eroe solitario, ma uno scienziato che - senza l'aiuto di altri scienziati- non ce l'avrebbe fatta. 

L'unione fa la forza e la spedizione arriva letteralmente in capo al mondo, consentendoci di seguire non solo gli aspetti scientifici, ma soprattutto quelli umani. E l'epilogo - come dice l'autore - è "una scoperta straordinaria, ma di dimensioni infinitesimali": si tratta infatti di una verità scientifica da riscrivere  ed è molto educativo per il lettore, perché è così che la scienza funziona, ciò che è attualmente vero lo è finché non viene dimostrato falso. E la conclusione della storia non è un punto di arrivo, ma un nuovo punto di partenza.

Siete quindi pronti ad immergervi nella ricerca dei quasicristalli in natura? Io l'ho fatto e ho avuto come guide chi ha immaginato la struttura matematica dei quasicristalli, chi li ha prodotti artificialmente in laboratorio e soprattutto chi - come Luca Bindi e la sua squadra - li ha trovati, riuscendo letteralmente a compiere una missione impossibile: dimostrare che un cartellino identificativo di un oggetto del Museo di Storia Naturale dell'Università di Firenze dice la verità. Ma per far questo bisogna recarsi in una zona remota della Siberia orientale, guadare fiumi con i carri armati, muoversi tra orsi e moltitudini di zanzare, lavorare immersi nel fango e setacciare tonnellate di argilla. 

Quasicristalli - L'avventura di una scoperta

scritto da Luca Bindi

con un contributo di Barbara Gallavotti, Luciano Maiani e Marco Tavani

Tab Edizioni, settembre 2021


Walter Caputo

Divulgatore in Scienze Statistiche 

Ecco come il colore ci influenza

Dom, 12/26/2021 - 14:50


Su Radio Antenna Uno, continuano le puntate sulla percezione visivita, e sul colore, in particolare nel campo della progettazione d’interni e degli ambienti di lavoro. 
Numerosi studi scientifici hanno elaborato la relazione tra il corpo umano e colori. i colori che ci circondano possono influenzare la nostra percezione, ad esempio di caldo e freddo. I colori “caldi” come gialli e arancioni ad esempio tendono a far percepire le temperatura del locale come maggiore rispetto ai colori freddi.
In Radio, con la conduttrice Carla Canapè, la docente ed esperta in color design Gabriella Cevrero, redattrice con una rubrica fissa sui temi del colore nell'Interior Design su Interiorissimi.it - la chiave dell'abitare. 


Mentre ogni colore può essere utilizzato in una gamma infinita di sfumature, tinte e tonalità, la psicologia del colore offre linee guida generali che possono aiutare con le scelte.
Il colore può avere un immenso potere su di noi. Un aneddoto storico che lo illustra senza dubbio è la storia del dipinto dell'artista Barnett Newman del XX secolo, Who's Afraid of Red, Yellow and Blue III. Il dipinto largo 18 piedi è costituito da una sottile striscia blu sul lato sinistro e una sottile striscia gialla sulla destra, mentre il resto della tela è dipinto di una tonalità di rosso squillante e brillante.
Negli anni '80, il pezzo è stato esposto al museo d'arte Stedelijk di Amsterdam. Ha finito per causare molte controversie e reazioni veementi tra i suoi spettatori. Questo conflitto raggiunse l'apice quando un uomo di nome Gerard Jan van Bladeren visitò la mostra. In seguito ha descritto la sensazione schiacciante provocata dal dipinto, il suo colore vivido che riempiva la grande tela. In effetti, ha avuto un'influenza così intensa su di lui che ha tagliato la tela con un coltello multiuso, essenzialmente "uccidendo" il dipinto.
Anche se questo è un esempio estremo, non è un segreto che il colore abbia un enorme impatto sulla psiche umana. L'intrigo intorno all'argomento ha portato alla ricerca sull'argomento da una prospettiva psicologica, oltre che in un contesto culturale e storico. Questa connessione innata che abbiamo tra colore ed emozione determina molte delle nostre decisioni quotidiane, da quale marca di farina siamo attratti al supermercato, alla nostra scelta del colore per le tende del nostro soggiorno.

App Gioco Legale, aspre critiche da tutti i settori

Gio, 12/23/2021 - 18:05


Era stata lanciata con un nome, neanche qualche mese ed ecco che lo deve cambiare. L'app Gioco sicuro cambia pelle e soprattutto denominazione: si chiamerà Gioco legale. L'idea dell'ADM, l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato, era quella di orientare i giocatori verso slot machine, videolottery e sale scommesse legali e responsabili. Si tratta di oltre 230 mila punti vendita sparsi per tutto lo stivale. Un'iniziativa apparentemente lodevole, ma che nasconde invece alcune insidie. 

"Si tratta di un’app che ti segue per tutta la giornata, passo dopo passo, minuto per minuto, e c’è un algoritmo che amministra la tua attenzione, e la pulsione a giocare - spiega Maurizio Fiasco, rappresentante di Alea, l'Associazione italiana per lo studio del gioco d'azzardo e del comportamento a rischio - diventando un veicolo di condizionamento operante. Per questo è un dispositivo inaccettabile".

E non c’è solo Alea dietro la valutazione negativa dell’app “Gioco legale”, ci sono anche le firme di And, di Terzo Settore, dell’Anci (l’associazione nazionale comuni italiani), le ASL dell’Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e infine anche gli operatori delle Regioni. “Un giudizio sostanzialmente negativo – commentano gli esperti del blog Bonus Ricchi – che non può passare inosservato: serve una nuova modifica, un riassetto generale. Altrimenti si fa il male dell’intero settore”. 

Negli ultimi giorni è stato aperto un’open hearing dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli proprio sull’app in questione e a questo punto gli esperti di gambling si aspettano una nuovapubblicazione delle osservazioni dell’Osservatorio a riguardo. “Da “Gioco Sicuro” a “Gioco Legale”, la costosa App dei Monopoli è stata modificata nella terminologia, ma non nella sostanza - ha commentato ancora Fiasco - “Quanto costosa? Dal PON Sicurezza (soldi dell’UE), l’ADM ha ricevuto quasi 24 milioni di Euro per il progetto “Gioco Legale e Responsabile”. Quale quota è stata impiegata per il software da istallare sugli smartphone?”. 

“Domande lecite, domande che sono di tutti” chiosa la redazione di Bonus Ricchi. Anche perché l'app è stata finanziata con quasi 24 milioni di Fondi Europei, a fronte di 110 miliardi e mezzo spesi dagli italiani per il gioco. Unica voce fuori dal coro quella di Domenico Faggiani, coordinatore del settore per Anci: "Critiche ingiuste, la app è uno strumento valido contro l’illegalità e supporto al cittadino, servirebbe anzi una funzione per visualizzare servizi che trattano le dipendenze". 

Insomma la parola fine sulla questione dell’app sembra ancora molto lontana. 

I ristoranti fanno fatica a trovare dipendenti: proviamo a capire il perché

Mer, 12/22/2021 - 06:55

 


Fino a prima della pandemia lavorare in un ristorante sembrava il sogno di centinaia di migliaia di persone, anche per l’effetto “Masterchef” e il boom dei programmi tv dedicati alla cucina. Adesso, però, qualcosa è cambiato: mentre le ricerche di personale continuano ad aumentare, molte di queste sono destinate a rimanere inevase, al punto che gli addetti ai lavori sono costretti a interrogarsi sulle origini del fenomeno. In poche parole, i cuochi sono sempre di meno, e così anche i camerieri: più in generale, va via via riducendosi il numero di coloro che hanno voglia e intenzione di lavorare nel campo dell’ospitalità.

I numeri

Per capirne di più può essere utile lasciare spazio ai numeri, che non mentono mai. In appena 14 mesi nel settore della ristorazione è stato bruciato un numero di posti di lavoro pari al doppio di quelli che erano stati creati nel periodo di tempo compreso fra il 2013 e il 2019. Ecco, quindi, che in questo campo si sente una sempre maggiore incertezza, confermato dal calo della quantità di attività nuove che sono state aperte nel corso dell’anno: circa la metà rispetto al periodo che ha preceduto la pandemia.

La domanda e l’offerta

Quella che si profila è una situazione di crisi che non riguarda unicamente l’offerta ma che in un certo senso coinvolge anche la domanda. In effetti, i consumi dei nostri connazionali sembrano essere divenuti meno ricercati, e la spesa alimentare per la casa copre meno del 20% di ciò che è stato perso con la chiusura momentanea dei ristoranti e dei bar. Lo scorso anno, quasi il 98% delle imprese ha dovuto fare i conti con una riduzione di fatturato: il che era facile da prevedere, in considerazione delle chiusure. In più del 60% dei casi, però, il calo del volume di affari fra il 2019 e il 2020 è stato di oltre il 50%.

La fine dell’emergenza sanitaria

E se è vero che la maggior parte degli imprenditori è pronta a scommettere sul rilancio del settore, è altrettanto vero che ciò potrà avvenire solamente nel momento in cui la situazione di emergenza sanitaria giungerà a conclusione. Gli addetti ai lavori si aspettano che anche il 2021 si concluda con una riduzione del fatturato. Fra i responsabili di grandi aziende della filiera, che comprende non solo la ristorazione ma anche la distribuzione e l’industria, due su tre sono convinti che la ripresa si potrà concretizzare solo a partire dal 2022, mentre in quasi il 30% dei casi la convinzione è che il trend potrà essere invertito unicamente nel 2024.

Perché ci sono meno cuochi e camerieri

Come detto, però, non sono solo le chiusure a causare una riduzione dei posti di lavoro. Sono sempre di meno le persone che desiderano tornare o entrare per la prima volta in questo mercato, e di certo una delle cause deve essere individuata nel reddito di cittadinanza, che permette di guadagnare le stesse somme che si potrebbero ottenere con un part time o lavorando nei ristoranti nei week-end. La disoccupazione e il reddito di cittadinanza si lasciano preferire a una paga minima, ma c’è dell’altro: per esempio, il fatto che il lavoro in sala e in cucina nella maggior parte dei casi sia retribuito meno di quanto necessario, non essendo tutelato. In più, il lavoro richiesto è impegnativo e spesso presuppone lunghi turni. Si tratta di un insieme di fattori che già dovevano essere migliorati prima dello scoppio della pandemia, ed è ovvio che richiedano un intervento tempestivo, ora più che mai. I titolari delle attività di ristorazione hanno dovuto fare i conti con il coprifuoco e con l’obbligo di servire solo all’aperto: oggi che la situazione sembra migliorata, è giunto il momento di andare incontro alle esigenze dei lavoratori.

Lavorare come cuoco

Le offerte di lavoro come cuoco proposte da Adecco sono commisurate alle aspettative e alle esigenze dei candidati. Prima agenzia per il lavoro sul territorio nazionale, Adecco opera – infatti – nel pieno rispetto delle necessità di garanzia e di tutela dei lavoratori, prestando attenzione alla continuità professionale che essi ricercano in un mercato del lavoro che evolve di continuo.

Selfie stick: scattare le foto è diventato più semplice

Lun, 12/06/2021 - 13:33


Con lo sviluppo di una buona fotocamera frontale su uno smartphone, i selfie si sono diffusi. Per scattare una bella foto senza l'aiuto di nessuno, è stato inventato un selfie stick. Esso consentirà di poter catturare non solo il viso, ma anche i paesaggi circostanti nell'inquadratura. È importante sapere come usare un selfie stick poiché ci sono una serie di sfumature interessanti.

Che aspetto ha un selfie stick?

Il nome corretto per questo dispositivo è "monopiede" o "treppiede". Sembra una canna da pesca assemblata e ha un'impugnatura gommata su un'estremità. Inoltre, questo strumento dispone di un supporto per smartphone girevole a 360° sull'altra. Se ti stai chiedendo come scegliere un selfie stick, vale la pena sottolineare che alcuni modelli hanno un passante sul manico per facilitarne il trasporto. Inoltre, il selfie stick può avere un pulsante di rilascio per scattare foto, ma può anche essere rimovibile.

È importante sapere non solo come utilizzare un selfie stick, ma anche come scegliere il dispositivo giusto. Quindi, bisognerà:

  1. Esaminare il dispositivo da tutti i lati per assicurarsi che il materiale sia di buona qualità. Inoltre, non ci siano graffi, residui di colla e così via. È meglio scegliere dispositivi per i quali il supporto sia in metallo. Assicurati di apprezzare il meccanismo di blocco del telefono. Esso dovrebbe reggere bene lo smartphone in modo che non cada;
  2. Se hai intenzione di utilizzare il monopiede con diversi smartphone, la soluzione migliore è un dispositivo con un supporto che si sposterà e si adatterà a diversi modelli. Per le persone che intendono scattare foto con la fotocamera principale, sono adatti i selfie stick con uno specchio sul supporto. Un'altra soluzione utile è la rotazione della montatura, in modo da poter trovare l'angolazione ottimale per buoni scatti;
  3. Non vuoi pensare a come utilizzare un selfie stick con manico corto? Allora assicurati di controllarne la lunghezza. Per l'angolo di ripresa più grande, sono necessarie opzioni da 90 cm. Per i ritratti, invece, saranno sufficienti 30-40 cm. Ricorda bene: più lungo è lo stick, maggiore dovrà essere il supporto.

Come funziona un selfie stick?

Per capire come utilizzare il monopiede, oltre al pulsante per scattare foto sulla scocca, potrebbero esserci dei tasti aggiuntivi. Essi riguardano: la messa a fuoco, lo zoom e l'attivazione di modalità aggiuntive. Descrivendo come funziona un selfie stick, vale la pena sottolineare che ne esistono di due tipi:

  • Wireless, funzionante tramite Bluetooth;
  • Cablato, che si collega al telefono tramite un filo.

È importante assicurarsi che il selfie stick sia compatibile con il proprio smartphone prima di acquistarlo.

Dovremmo anche evidenziare il selfie stick senza pulsante, chiamato anche "treppiede". È usato molto raramente, poiché non può essere definito conveniente. Usare un selfie stick di questo tipo è molto semplice: devi configurare il tuo smartphone impostando un timer su di esso. Dopo aver scattato la foto, dovrai riattivare il timer e così via. Tali dispositivi sono economici. Questo, però, non li rende popolari poiché sono completamente scomodi da usare.

Come funziona un selfie stick wireless?

Questa opzione è più popolare. Essa si basa sulla trasmissione di un segnale dallo smartphone al monopiede. Il funzionamento del selfie stick tramite Bluetooth è facile da utilizzare. Infatti, il selfie stick si collega al telefono come un auricolare. In questo caso, non vengono utilizzati cavi. Dopo un semplice collegamento, si può iniziare subito a scattare una foto. Lo svantaggio di questa opzione è che un tale gadget ha bisogno di una fonte di alimentazione, quindi il design presuppone una batteria.

Come funziona un selfie stick con un filo?

I dispositivi di questo gruppo si distinguono per un design più complesso. In questo caso, è necessario non solo installare il telefono, ma inserire il cavo esistente nel jack delle cuffie. Parlando di come funziona il selfie stick, vale la pena sottolineare una cosa. Dopo aver collegato lo smartphone, gli verrà inviato un segnale quando viene premuto un pulsante. In questo modo, viene indicato il momento in cui scattare una foto.


L’evoluzione degli smartwatch nel corso del tempo: funzioni uniche

Dom, 12/05/2021 - 13:27


Gli smartwatch possono essere paragonati, oramai, agli smartphone. Ne rappresentano, però, una versione più compatta e con caratteristiche proprie. 

Se i primi modelli di smartwatch garantivano solo alcune funzioni come, per esempio, quella della calcolatrice, i dispositivi attuali possono essere considerati dei veri e propri computer. È possibile, infatti, installare applicazioni anche di terze parti. Inoltre, sono controllati dal sistema operativo mobile. Le principali caratteristiche degli orologi attuali sono: la fotocamera, il termometro, il barometro, la bussola, il GPS e la funzionalità telefono.

Come funzionano gli orologi intelligenti

Gli smartwatch, cosi come i computer, sono in grado di raccogliere le informazioni utilizzando sensori esterni o integrati. Questi sensori possono controllare e ricevere informazioni utilizzando una varietà di strumenti. I dispositivi supportano il Bluetooth, il Wi-Fi e il GPS. Tutte le informazioni possono essere visualizzate sul dispaly.

L'orologio funziona anche in assenza dell’abbinamento ad uno smartphone. 

Cosa possono fare gli smartwatch: caratteristiche e funzioni 

L’insieme delle funzionalità garantite dagli smartwatch dipende dal produttore, dal modello, dall'anno di produzione (più nuovo è, maggiore è la varietà di opzioni che attendono l'utente) e dal prezzo.

Fra le funzioni principali ci sono:

  • Sms/e-mail direttamente dal cellulare all’orologio. Puoi aprire, leggere e persino rispondere ai messaggi (attraverso il comando vocale o, utilizzando la minitastiera sullo schermo) senza utilizzare uno smartphone. È molto comodo, ad esempio, se ti trovi in un bus affollato o al lavoro.
  • Monitoraggio dell'attività fisica. È proprio grazie a questa funzione che gli smartwatch vengono spesso paragonati a dei veri e propri strumenti per il fitness. I dispositivi hanno un contapassi, la capacità di controllare il polso, la pressione sanguigna, monitorare la qualità del sonno, ecc. 
  • Controllo della posizione, grazie al sensore GPS integrato e alla sincronizzazione dei dati mediante la connessione al tuo smartphone. Questo, ti aiuta a non perderti in zone sconosciute. A tal proposito, nei dispositivi per bambini, grazie al GPS, i genitori possono costantemente monitorare i loro movimenti.
  • Rispondere/rifiutare una chiamata. Le telefonate possono essere direttamente trasferite allo smart-Watch.
  • Gestione dei brani musicali. È possibile sfogliare le tue playlist, regolare il volume del suono. Puoi gestire la musica dal telefono o creare una libreria musicale separata nella memoria dell'orologio.

La tecnologia degli smartwatch ed in particolare del HUAWEI band4e, ti consente di utilizzare rapidamente le funzioni a tua disposizione: la calcolatrice, la sveglia, il cronometrico, guardare un video. Puoi anche attivare la funzione"promemoria" per ricordarti degli eventi importanti. 

Le applicazioni che deciderai di installare, contribuiranno ad espandere le funzionalità dell’orologio.




Cosa può fare un orologio intelligente, oltre alle opzioni standard:

  • Funzione anti-smarrimento: uno smartwatch di qualità ti invierà una notifica ogni qualvolta ti allontanerai, per un certo numero di metri, dal tuo dispositivo. Grazie alla funzione “ricerca”, ti sarà possibile ritrovare il tuo dispositivo, in caso di perdita.
  • Gestione dei messaggi e delle chiamate tramite SIM. È possibile installare una sim direttamente nel tuo dispositivo. Pertanto, puoi chiamare o scrivere messaggi direttamente dall’orologio, senza dover prendere, per forza, il tuo telefono. 

Gli smartwatch possono anche essere subacquei e garantite i tuoi pagamenti contactless. 


Sport e tecnologia: connubio perfetto per mantenersi in forma

Sab, 12/04/2021 - 13:24


Praticare sport è essenziale per raggiungere un equilibrio perfetto. Grazie all'attività fisica regolare, potrai godere di un'ottima forma fisica, di buon umore e anche di una migliore qualità del sonno. Sono questi gli ingredienti perfetti per godere di un corpo e una mente sani.

Sono tantissimi i benefici che si possono ottenere praticando regolarmente attività fisica. Per esempio:

  • Migliora i tessuti muscolari;
  • riduce la professione arteriosa;
  • aumenta la qualità dell'attività cardiocircolatoria;
  • migliora il metabolismo.

Per godere di un buon stato di salute però, è essenziale curare anche la propria mente. Lo sport, è l'alleato migliore.

L'attività fisica, infatti, è ottima per superare i propri limiti, migliorare la propria autostima e per sentirsi più sicuri di se stessi. Consente anche, di migliorare il tuo umore grazie al rilascio di endorfine, di ridurre lo stress e l'ansia. Ecco perché, anche dopo una lunga giornata lavorativa, è importante concedersi del tempo per lo sport.

Al giorno d'oggi, il tempo libero è sempre meno. A questo, si aggiunge il fatto che il lavoro è spesso sedentario.  Ciò significa che bisogna ripensare allo sport in un'ottica smart.

Grazie alla tecnologia, questo è possibile.

Dispositivi eleganti, dalle piccole dimensioni e con tantissime funzionalità, ti consentono contemporaneamente di:

  • monitorare il tuo stato di salute 24 ore su 24;
  • scegliere i programmi di allenamento che più ti interessano per praticare lo sport che ti piace, quando e dove vuoi tu.

Lo smartwatch che risponde alle tue esigenze

L'orologio, pratico ed elegante nel design, diventa lo strumento perfetto per prenderti cura di te in ogni momento della giornata. Con un peso di soli 21 grammi e un'autonomia di 10 giorni, ti accompagnerà nelle tue giornate, soddisfacendo ogni tua esigenza.

Grazie alla sua avanzata tecnologia, potrai ricaricarlo in soli 5 minuti. Questo è il tempo necessario per usufruire dello smartwatch per un giorno intero, anche allenandoti. Durante le piccole pause a lavoro, infatti, potrai usufruire delle 12 animazioni per esercizi veloci. Con i 44 movimenti suggeriti, anche in ufficio, potrai prenderti cura del tuo corpo e allo stesso tempo, monitorare la tua salute.

Lo smartwatch HUAWEI Watch Fit New, mette a tua completa disposizione 97 modalità di allenamento, di cui 12 per sport professionali come:

  • la corsa;
  • il nuoto;
  • il ciclismo;
  • il salto alla corda.

Durante il tuo allenamento, l'orologio si preoccuperà di registrare i dati relativi alla tua frequenza cardiaca, alle calorie bruciate e al tempo dell'allenamento. Queste informazioni ti serviranno a monitorare costantemente i tuoi progressi. Inoltre, proprio mentre stai praticando sport, ti verranno inviate delle notifiche con consigli professionali. Tutte le informazioni di cui necessiti, saranno disponibili anche sul tuo cellulare. La sincronizzazione con il tuo smatphone, è immediata. Basterà scaricare l'applicazione Health e associare i due dispositivi in pochi e semplici passi.

Sfruttando il tempo libero a tua disposizione, sarai guidato, passo dopo passo, nell'allenamento che preferisci. Grazie all'esperienza offerta dallo smartwatch, i tuoi allenamenti saranno finalmente funzionali.

Si realizza cosi il connubio perfetto tra lo sport e la tecnologia. Potrai finalmente prenderti cura della tua salute in ogni momento della tua giornata.


VITE AL LIMITE SULLA DORSALE

Lun, 11/29/2021 - 22:02

Quando si legge un libro nuovo, o addirittura un autore nuovo, si sa che si verrà portati da qualche parte, ma non si sa esattamente dove. In principio non ci si fida, poi ci si lascia portare per mano, ma si osserva l'ambiente generale così come ogni minuto dettaglio, per cercare di anticipare il prossimo scenario in cui ci si troverà, e come potrà evolvere il nostro percorso di lettore dentro il mondo creato dall'autore.

Leggendo "La Dorsale - Libro Primo - L'anno del ferro" (Effequ Edizioni) ho quindi deciso di farmi guidare da Maria Gaia Belli nel suo mondo. All'inizio mi sembrava di essere in montagna, nella casa di Heidi e di suo nonno. Poi ho capito che il vecchio, soprannominato "Il Generale" non possiede né la bontà, né la saggezza del nonno di Heidi. E' tutt'altro personaggio. E la bambina non è proprio una bambina e - soprattutto - assomiglia più a Rambo che ad Heidi. Mi sono trovato in una specie di mondo post-apocalittico, in cui non c'è giustizia e non si è mai al sicuro. Se ti beccano, come minimo ti derubano, più facilmente ti ammazzano. E allora per sopravvivere bisogna avere capacità fuori dall'ordinario: occorre capire quando stai per cadere in una trappola e - se ci sei finito dentro - devi uscirne sorprendendo, distraendo ed anticipando gli aggressori. Ma, come succede a Rambo, quando sono in tanti e ben organizzati, ti prendono e cambia tutto. E qui termina la prima vita al limite sulla Dorsale.

Subito dopo comincia la seconda e mi trovo ad osservare la città con gli occhi di un ragazzo. Che cerca di svolgere il ruolo di adulto e - in qualche modo - prova ad aiutare la propria famiglia. E' sempre una vita al limite, difficile e pericolosa, con carichi di famiglia, ma senza il supporto dei genitori e della scuola.

La terza vita è inserita in tutt'altro luogo e ambiente, apparentemente con tutti gli agi possibili e senza alcun problema. In realtà vi è uno scontro fra libertà e regole di famiglia. E così anche il terzo personaggio verrà espulso dal nucleo familiare e finirà esattamente dove si trovano gli altri due: in Accademia. Che è un posto in cui la vita può ricominciare da zero.

Il libro primo - l'anno del ferro - termina con una sezione intitolata: "Quindici anni prima della guerra", il cui contenuto è una lettera che preannuncia le avventure che leggeremo nel secondo libro della trilogia, che sarà in libreria nel mese di novembre 2022. 

Come ho già detto, "La Dorsale" mi ha introdotto in un nuovo mondo, mi ha sorpreso attraverso gli occhi delle giovani vite al limite, e mi ha convinto anche per la struttura e il linguaggio. Peraltro si legge senza fatica e in poco tempo, quindi è un buon romanzo per rilassarsi un po'. Se poi volete leggere altri libri Effequ, vi consiglio quelli che ho letto e recensito: Menti parallele di Laura Tripaldi e Trilogia della catastrofe di Emmanuela Carbé, Jacopo La Forgia e Francesco d'Isa.


Maria Gaia Belli

La Dorsale - Libro primo - L'anno del ferro

Effequ Edizioni, novembre 2021

                                                                                                                                      Walter Caputo


Intelligenza emotiva: cos’è e come lavorare per generare empatia e crescita personale

Lun, 11/29/2021 - 15:09






Quando parliamo di intelligenza emotiva stiamo facendo riferimento alla capacità di un individuo di identificare, riconoscere ed etichettare nel modo più corretto le proprie emozioni e quelle degli altri. Tutto questo al fine di poterle gestire e agevolare così il raggiungimento di obiettivi specifici. Nel corso del tempo la definizione di intelligenza emotiva, a onor del vero, ha subito parecchie modifiche. Il suo significato intrinseco, infatti, può assumere sfumature diverse a seconda del modo in cui viene concepita questa stessa capacità di riconoscere e gestire le emozioni sia proprie che altrui. Come spiega, per esempio, lo psicoterapeuta livornese Paolo Mirri: “è impossibile sapere cosa passa per la testa dell’altra persona, quindi non sappiamo nemmeno cosa prova. Possiamo però possedere la sensibilità di comprendere come l’altro si muove nel suo mondo e cogliere delle assonanze o divergenze con il nostro modo di essere. L’intelligenza emotiva è sfruttare questa sensibilità personale e portarla a favore della relazione con l’altro”.
Le teorie nel corso del tempo sulla leadership emotiva 
Molto spesso si parla anche di quoziente emozionale, leadership emotiva e quoziente di intelligenza emotiva sempre per riferirsi al più ampio concetto di intelligenza emotiva. A prescindere dalla tipologia di modello che si utilizza per descrivere le relative caratteristiche, un alto grado di intelligenza emotiva dovrebbe consentire di ottenere importanti benefici a tutto tondo nella routine quotidiana di ciascuno. Inizialmente, il concetto di intelligenza emotiva elaborata dagli psicologi Mayer e Salovey, era espresso come la capacità di ciascuno di percepire e regolare le emozioni in modo tale da facilitare il pensiero e soprattutto la crescita personale. 
Una definizione che fu ben presto modificata, includendo in essa la capacità di percepire emozioni, generarle e capirle in modo tale da regolarle al fine di promuovere una crescita sia intellettuale che emotiva. La teoria elaborata in seguito da Daniel Goleman, invece, ha messo al centro la capacità di motivare se stessi e di perseguire con persistenza un certo obiettivo nonostante le frustrazioni. Così come la volontà di controllare gli impulsi, modulare i personali stati d’animo e rimandare la gratificazione. Tutto ciò per fare in modo di evitare che uno stato di sofferenza ci blocchi il pensiero e ci impedisca di essere empatici o di sperare.
Come l’intelligenza emotiva facilita la vita di tutti i giorni


Chi possiede empatia e intelligenza emotiva dovrebbe essere in grado, nella vita di tutti i giorni, di creare e mantenere rapporti sociali migliori, sia a livello familiare che sentimentale e in ambito lavorativo. Si viene percepiti dalle altre persone in modo più positivo rispetto a chi invece è scarsamente dotato di intelligenza emotiva. C’è anche una più alta probabilità di capire se stessi e di prendere decisioni importanti intrecciando la logica alle emozioni. È importante lavorare con intelligenza emotiva anche per avere un miglior rendimento in ambito scolastico e godere di un certo benessere psicologico. Avere un alto livello di leadership emotiva, infatti, consente di accrescere la propria autostima e di ridurre le insicurezze nella vita di tutti i giorni. Poter contare sulla presenza di intelligenza emotiva permette infine di salvaguardarci da scelte sbagliate o comportamenti errati. Specie per quanto riguarda il contesto della nostra salute e in particolare le dipendenze da droghe o l’abuso di sostanze stupefacenti.

Quante case ci sono in Italia

Sab, 11/27/2021 - 14:28
La rivista Interiorissimi ha appena pubblicato un interessante analisi sulle abitazioni occupate e libere di proprietà degli italiani dal titolo "Quante case ci sono in Italia?". Ne emerge un dato di per sé che fa riflettere: sono oltre 7 milioni di appartamenti vuoti, aumentati del 350% in dieci anni. Praticamente il 25% degli alloggi presenti sul territorio italiano risultano inutilizzati.



Tra le città con il più alto tasso di occupazione di abitazioni vi è senza dubbio Milano. L’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa analizza il mercato immobiliare di Milano, città che si posiziona al quinto posto nella classifica sulla qualità della vita calcolata tra le 107 province d’Italia condotta da ItaliaOggi e dall’Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni. 
La città vince per tempo libero, affari e lavoro. Ancora una volta Milano conferma di essere ai primi posti, ma è nel settore immobiliare che sta dimostrando una ripresa importante come testimoniano i nostri dati che registrano nel capoluogo lombardo un trend di crescita. Milano primeggia nel mercato immobiliare anche per la sua capacità di rigenerarsi, come dimostrano gli interventi in essere sul territorio che va avanti nel suo processo di trasformazione anche in attesa delle Olimpiadi Invernali.
I luoghi geografici dove invece si trova il più alto numero di abitazioni libere si concentrano nelle aree interne delle regioni meridionali che nel corso degli anni hanno subito i più forti fenomeni di spopolamento (Calabria, Molise, Abruzzo). In pratica più di una casa su 5 nel nostro Paese risulta vuota (22,5%).
Il link all'articolo di Interiorissimi:  "Quante case ci sono in Italia"

Cosa sono i robot programmabili e come possono aiutare gli uomini

Ven, 11/19/2021 - 16:28

La tecnologia di produzione, che si sviluppa giorno dopo giorno e cresce man mano che si sviluppa, deve essere più veloce e non deteriorare la qualità aumentando la velocità. Per aumentare insieme questi due parametri, sono state fatte nuove ricerche e sono state progettate delle tipologie di robot programmabile. L'uso di forza umana per processi ripetitivi nell'industria rimane lento e causa sprechi per molte ragioni. Allo stesso tempo, una momentanea disattenzione del personale addetto può ridurre la qualità del prodotto realizzato. I robot industriali sviluppati per tali motivi forniscono una produzione di qualità e consentono una produzione più rapida. Ad esempio, è molto importante in termini di standardizzazione della produzione che un robot che esegue il processo di confezionamento dei biscotti separi i biscotti cotti e i biscotti crudi.

Perché usare robot industriali?

Il primo motivo è per un aumento dell'efficienza nella produzione. Con i robot industriali è possibile fornire molti più prodotti con meno scarti per unità di tempo. Questo aumento di produttività, che risulterà evidente con piccoli calcoli, è uno dei maggiori vantaggi del robot industriale.

Aumento della qualità nella produzione

I robot industriali svolgono il lavoro loro assegnato sia in modo qualitativo che standardizzato, e riducono anche al minimo gli errori nei processi prima e dopo di loro. In questo modo, contribuisce ad un aumento della qualità all'ingrosso della produzione. L'investitore, che produce prodotti di qualità superiore al solito, aumenterà la soddisfazione del cliente e avrà la possibilità di lavorare con più aziende.

La continuità della produzione aumenta

Uno degli aspetti migliori dei robot industriali è che possono lavorare in modo standard continuo in condizioni gravose senza quasi alcun malfunzionamento. Rispetto a un essere umano, i robot non richiedono mai un permesso, non hanno bisogno di mangiare e non si ammalano tanto quanto gli umani. Infatti, l'acquisto da parte dell'imprenditore di un robot industriale è come l'acquisto di personale più attento, veloce ed economico rispetto al personale esistente che lavora sulla linea. Grazie al robot industriale puoi dare ai tuoi clienti una data di consegna più rapida e pianificare più facilmente la tua produzione. Sarai in grado di mantenere le promesse fatte ai tuoi clienti, e questo aumenterà il tuo prestigio e la tua affidabilità. 

Salute e sicurezza sul lavoro

I robot industriali possono svolgere facilmente lavori che possono influire negativamente su una persona. Per i robot, il lavoro pesante e pericoloso non è diverso dal lavoro normale. Puoi consegnare il tuo lavoro ai robot industriali in tutta tranquillità senza mettere in rischio la salute e mantenendo un elevato livello di sicurezza sul lavoro. È inevitabile che tutti coloro che adottano il principio della sicurezza utilizzino per primi i robot, se possibile, in lavori pericolosi. Grazie ai robot industriali puoi porre fine agli infortuni sul lavoro.

Il robot industriale è un vantaggio a sé stante     

L'uso di robot industriali è di per sé un vantaggio. Puoi calcolare più facilmente il tuo costo di produzione. Inoltre, nei fine settimana e nei giorni festivi, i robot non ricevono stipendi per gli straordinari come il tuo personale. Si dice che le aziende che utilizzano i robot nelle loro linee di produzione siano più professionali e sembrino più grandi. 


Diventare un Interior Designer di successo? Un Webinar vi spiega come

Mar, 11/16/2021 - 20:54




Vuoi intraprendere la professione di Interior Designer o aprire una attività come libero professionista del design di interni?

Sei già un professionista ma desideri ampliare e aumentare il tuo giro di affari? 

Questo webinar fa per te.

Si svolgono tutti i sabati (su prenotazione alla email info@accademiatelematica.it), in genere dalle 10 alle 11, i webinar gratuiti, aperti al pubblico, su come diventare un Interior Designer e come migliorare la propria attività acquisendo più clienti.

Si tratta del primo evento in cui professionisti nel settore design e web marketing, parleranno delle loro esperienze dirette, spiegando i passaggi e gli studi per diventare un/una libero/a professionista, oltre che l’importanza del sapersi muovere nel mondo digitale per raggiungere nuovi clienti.

Webinar: “Come diventare un Interior Designer di successo”

Tutti i sabato mattina (generalmente dalle 10 alle 11) – durata 1 ora
La partecipazione è gratuita
Per partecipare e per ottenere il link a Zoom prenotarsi inviando una email scrivendo a info@accademiatelematica.it

Gli argomenti del webinar

Durante gli incontro on-line, promosso dall’editoriale INTERIORISSIMI.IT in collaborazione con l’Accademia Telematica Europea (ATE), sarà possibile ascoltare le esperienze di chi è da anni professionista del settore e porre loro direttamente domande. Non mancheranno consigli pratici e step necessari per raggiungere l’obbiettivo: l’avvio o il miglioramento della propria attività.

Tra le domande cui verrà data risposta:

  • Come si diventa Interior Designer? Come si avvia la professione?
  • Cosa può fare esattamente un Interior Designer? (No non si occupa solo di progetti di arredo o di ristrutturazioni)
  • Quando guadagna un Interior Designer?
  • Come fa un professionista di Interni a trovare clienti?
  • Come è possibile guadagnare collaborando con le riviste di settore? E quali sono i vantaggi di collaborare con una casa editrice?

Maggiori informazioni su: INTERIORISSIMI – il portale con la “chiave” dell’abitare


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I MIGLIORI CORSI DI INTERIOR DESIGN 





Smartwatch: i principali vantaggi e svantaggi del popolare gadget

Lun, 11/15/2021 - 14:22


In tempi di telefoni cellulari intelligenti, tablet a portata di mano e intelligenza artificiale a comando vocale nel proprio salotto, non sorprende che i cosiddetti smartwatch stiano godendo di una popolarità in costante crescita, e non solo in questo paese.

Gli orologi da polso estremamente intelligenti sono all'altezza del loro nome, perché offrono numerose funzionalità pratiche che spesso mettono in ombra le funzionalità dell'uno o dell'altro smartphone. Ma cosa possono fare esattamente questi smartwatch? Vale la pena il gadget per chi possiede già uno smartphone? E quali altri vantaggi e svantaggi offrono gli smartwatch?

Questi sono i pro e i contro di uno smartwatch

Prima di pensare all'acquisto di uno smartwatch, dovresti assolutamente informarti sui pro e i contro degli orologi digitali. Per questo, nel testo che segue, tratteremo più in dettaglio i vantaggi e gli svantaggi più interessanti di uno smartwatch.

I vantaggi di uno smartwatch

  • Pagamento tramite contatto/senza contanti: con uno smartwatch, il laborioso processo di pagamento alla cassa è un ricordo del passato, poiché molti modelli sono dotati della necessaria tecnologia di pagamento mobile (e un chip NFC). Buono a sapersi: NFC è l'abbreviazione di Near Field Communication, che consente lo scambio wireless di dati a breve distanza (ad es. a pagamento).
  • Controllo remoto: gli smartwatch offrono (a seconda del modello e della gamma di funzioni) la possibilità di controllare a distanza non solo il telefono cellulare ma anche altri gadget tecnici come il sistema smart home direttamente dal polso.
  • Navigatore affidabile: naturalmente, un tale smartwatch è adatto anche per gli appassionati di outdoor che sono spesso in giro e non vogliono allontanarsi dalla loro strada. E poiché la maggior parte degli smartwatch ora ha una funzione GPS integrata, puoi navigare facilmente verso la destinazione desiderata anche senza un telefono cellulare, ecc.
  • Fitness trainer digitale: chi è attento alla propria salute e vuole saperne di più sul proprio stato di forma e salute attuale può utilizzare lo smartwatch anche come assistente pratico e utile, ad esempio come contapassi, cardiofrequenzimetro o anche come aiuto alla memoria per i pazienti diabetici.
  • Più sicurezza per i giovani: ora ci sono anche speciali smartwatch sviluppati appositamente per i bambini. Questi modelli hanno, ad esempio, una funzione di localizzazione e SOS, che aumenta notevolmente la sicurezza dei bambini. E rispetto a un telefono cellulare, uno smartwatch ha molte meno probabilità di perdersi.

Cerchi uno smartwatch al miglior prezzo? Ecco un affare per huawei smartwatch black friday.

I (potenziali) svantaggi di uno smartwatch

  • Sicurezza dei dati: non da ultimo a causa della mancanza di opzioni di autenticazione, i dati personali possono essere visualizzati da quasi tutti coloro che possono mettere le mani sullo smartwatch. Quindi, se togli l'orologio mentre fai sport, ad esempio, è meglio spegnerlo direttamente in anticipo.
  • A volte piuttosto difficile da usare: poiché il display di uno smartwatch è comprensibilmente piuttosto piccolo, a volte manca di usabilità. L'immissione di testo può essere ingombrante e complicata.
  • La durata della batteria: anche se i produttori stanno lavorando su batterie sempre più potenti, la durata della batteria è ancora entro limiti gestibili. Può anche accadere, a seconda dell'intensità con cui si utilizza il cronometro intelligente, di dover caricare lo smartwatch ogni sera. Quindi c'è ancora bisogno di ottimizzazione qui.
  • Non completamente indipendente dallo smartphone: sebbene gli smartwatch offrano molte funzioni diverse, sono principalmente intesi come supplemento allo smartphone. È quindi fondamentale per alcuni modelli collegarli al telefono cellulare per poterne sfruttare al meglio tutte le funzionalità.
  • Problemi con il controllo vocale: di tanto in tanto possono esserci anche complicazioni con il riconoscimento vocale, specialmente in un ambiente rumoroso. In questo caso si dipende quindi dall'inserimento manuale, che - come già detto - non è sempre immediato.

Business online: buoni motivi per affidarsi a una web agency

Lun, 11/08/2021 - 01:00

La professionalità garantita da una web agency è un punto di riferimento fondamentale per tutti coloro che desiderano promuovere il proprio business attraverso la Rete. Ricorrere al fai da te in questo campo, invece, non è mai una buona soluzione: a spiegarcene il motivo sono gli esperti di Easyweb Consulting, una realtà specializzata nella creazione siti web.

Prima di tutto, ci spiegate che cos’è una web agency?

Si tratta di un’agenzia in cui lavorano molteplici figure professionali, ognuna delle quali vanta una particolare specializzazione in un ambito del web marketing. I clienti, in questo modo, possono contare su una vasta gamma di competenze che sono necessarie per lo sviluppo e la crescita di progetti che possano conseguire risultati importanti nel settore del web. La crescita del marchio è solo una delle tante finalità che possono essere perseguite nel contesto di un progetto digitale, e le azioni necessarie in tal senso sono molteplici.

Che cosa fa una web agency?

Per esempio si occupa della creazione di siti web: un passaggio che, come è facile intuire, rappresenta il passo iniziale per ottenere la visibilità necessaria nel mondo del web. Dopo che il sito è stato costruito, però, esso deve essere reso visibile. Ecco, quindi, che gli esperti della web agency lavorano in modo da attirare il traffico sulle varie pagine del sito, in modo da attirare la curiosità di uno specifico target, naturalmente secondo le necessità dell’azienda e sulla base di strategie che sono state concordate in maniera preventiva. In effetti, una web agency è coinvolta anche nella strutturazione di una strategia di marketing che si deve rivelare per quanto possibile funzionale.

Ma perché il fai da te in questo ambito non va bene?

La definizione di una strategia sul web non può essere affidata al caso o lasciata all’improvvisazione; deve, al contrario, essere elaborata sulla base di molteplici competenze collaudate. Come dire: essere in grado di lavorare al computer è importante ma non certo sufficiente. Ciò è vero a maggior ragione per argomenti come i social network, il web marketing e la Seo, vale a dire il posizionamento sui motori di ricerca. Sono proprio questi gli strumenti più importanti che possono essere impiegati per favorire la crescita online di un’azienda.

Qual è il compito dei professionisti di una web agency?

Per esempio l’elaborazione di una strategia digitale che dovrà essere per quanto possibile efficace, e cioè in grado di far emergere il sito di cui ci si occupa nel mare magnum della Rete. A questo scopo c’è bisogno di una notevole esperienza in materia di Seo, perché è proprio questa competenza che permette di ottenere più traffico e quindi aumentare le probabilità di acquisire clienti nuovi. La strategia Seo, per altro, può essere aggiornata e modificata nel corso del tempo, anche in funzione dei cambiamenti di Google e degli altri motori di ricerca: per questo serve un professionista che a sua volta sia sempre aggiornato sulle ultime novità del settore.

Quali altre figure professionali sono impiegate in una web agency?

L’aspetto grafico è molto importante, e per questo c’è bisogno di un web designer: la funzionalità deve essere sempre valorizzata con una resa estetica che attiri il maggior numero possibile di utenti. Serve, poi, un esperto di strategia Sem, nel caso in cui debbano essere effettuati degli investimenti in campagne pubblicitarie attraverso la pubblicazione di annunci non gratuiti. Facebook Business Manager e Google AdWords sono due strumenti molto preziosi da questo punto di vista, ma per saperli padroneggiare come si deve occorrono le competenze specifiche di un professionista di una web agency.

Cos'è il geomarketing?

Ven, 10/29/2021 - 08:09

Dal targeting geografico ai beacon, la tecnologia basata sulla posizione sta aprendo un mondo di possibilità per i professionisti del marketing, ma è anche complicato, poiché ogni giorno sembrano emergere nuove funzionalità e casi d'uso.


Che cos'è il geomarketing?

Il geomarketing descrive qualsiasi forma di marketing che incorpora l'intelligence sulla posizione al fine di migliorare le probabilità che un particolare messaggio raggiunga il consumatore giusto al momento giusto.

Ciò può essere ottenuto in diversi modi, ma il fattore comune è che i dati sulla posizione o la consapevolezza vengono utilizzati come parte dello sforzo di marketing: questo è l'elemento "geo". Il geotargeting è una forma comune di geomarketing, definita semplicemente come la fornitura di contenuti agli utenti (di solito tramite dispositivi mobili, ma anche cross-device) in base a dove si trovano o a quali luoghi hanno precedentemente visitato.

Il geofencing è un esempio di tattica di geomarketing in tempo reale progettata per indirizzare gli usi all'interno di un'area geografica stabilita. Maggiori informazioni sulle applicazioni del geofencing, qui.

Il principio guida alla base di questi sforzi di geomarketing è che, nelle parole di Lara Mehanna della piattaforma di localizzazione Sonata, "dove sei è chi sei". In sostanza, l'idea è che i luoghi che un cliente ha visitato dicano molto su di loro e possono essere un ottimo predittore di intenti.

Per fare un esempio di base, un consumatore che ha visitato diversi concessionari di automobili negli ultimi giorni sta probabilmente acquistando un'auto. I concessionari che possono fornire un annuncio pertinente o un'offerta su un'auto nuova a questa persona interessata hanno maggiori probabilità di effettuare una vendita.

In questo senso, le campagne pubblicitarie che utilizzano i dati sulla posizione in questo modo hanno ora dimostrato il loro collegamento all'aumento delle vendite in negozio. Ciò lo rende particolarmente attraente per le aziende fisiche; la creatività elaborata dell'annuncio è accattivante, ma alla fine della giornata, ciò che interessa davvero a un rivenditore è ciò che fa suonare il registratore di cassa. Il geomarketing si è dimostrato un modo efficace per arrivarci.

Esempi di geomarketing

Le informazioni sulla posizione dei consumatori sono uno strumento prezioso per il targeting "nel momento", utile per qualsiasi cosa, dalla consegna di un coupon mobile a un acquirente che passa da un negozio agli anfiteatri e agli eventi geo-recinzione per aggregare i contenuti social. Ma le capacità del geomarketing ora vanno oltre il tempo reale, afferma la Mobile Marketing Association, poiché marchi importanti come Walmart e Denny's hanno utilizzato i dati geografici per creare profili di pubblico contestuali per aiutare a guidare il traffico in negozio nel tempo.

Per mezzo del geomarketing brand e aziende hanno la possibilità di:

  • localizzare con più precisione clienti potenziali e fidelizzati;
  • eseguire una mappatura delle sedi concorrenti sul territorio;
  • individuare i migliori percorsi di vendita;
  • analizzare la produttività dei venditori.

LA VERITA', VI PREGO, SULLO SMART WORKING

Sab, 10/09/2021 - 17:04

 La pandemia non ci ha dato il tempo di pensare allo smart working: era l'alternativa a fermare ogni attività produttiva. Il quasi (si spera!) post-pandemia ci consente un po' più tempo per ragionare sull'utilità di questa forma di lavoro a distanza. Eppure non molti lo stanno facendo, visto l'attuale dibattito in corso, che vede - come al solito - schieramenti opposti, entrambi fondati su fragili basi. C'è chi vede lo smart working come un'eccezione, di conseguenza al termine dell'emergenza occorre necessariamente tornare al cosiddetto "lavoro normale". E c'è chi vede lo smart working come un'occasione per migliorare l'organizzazione del lavoro, un'opportunità sganciata dall'eccezionalità dell'emergenza. E, naturalmente, ci sono lavoratori a cui piace ed altri che lo detestano. Ma c'è una cosa che accomuna tutti, sia i lavoratori che i decisori politici, sia il governo che i sindacati, così come gli opinionisti, i giornalisti e - addirittura - chiunque si ritenga in grado di commentare il tema su un qualunque social network. Si tratta del modo fondamentalmente errato con cui si sta affrontando la questione.

Occorre infatti pensare non solo allo smart working, ma a tutto ciò che vi è intorno: la famiglia, la casa, il quartiere, le attività commerciali, le città e le infrastrutture. Bisogna inoltre riflettere non soltanto sul presente, in cui tutti siamo immersi, ma anche sul passato - cioè sui cambiamenti del lavoro nel tempo - e nondimeno sul futuro, quindi sul ruolo del lavoro a distanza in un'epoca in cui, ad esempio, il cambiamento climatico avrà ancor più (rispetto ad oggi) ridotto la qualità della nostra vita. E' proprio ciò che fa Domenico De Masi nel libro: "Smart working - La rivoluzione del lavoro intelligente", pubblicato da Marsilio nel mese di ottobre 2020. 

Leggevo i libri di Domenico De Masi, già 25 anni fa, quando cercavo di capire quale potesse essere il futuro del lavoro, e quale direzione mi convenisse prendere. E già allora, su quei libri futuristici, avevo capito che la questione del lavoro era molto più complessa di quanto in genere non si creda. Certe "rivoluzioni", col senno di poi, possono rivelarsi un fuoco di paglia, mentre altre, su cui magari si nutrivano forti dubbi, talvolta alimentano un tale fuoco di innovazione, che sono destinate a cambiare completamente il futuro. 

De Masi ci ricorda, innanzitutto, che il luogo della vita domestica è stato anche il luogo di lavoro dal XII secolo fino alla fine del '700. La casa coincideva con la bottega - pensate alla bottega artigiana della Firenze rinascimentale - ed era costituita dalle stanze per dormire, cucinare e mangiare e - in termini moderni - dal magazzino materie prime, dalla produzione e dal magazzino prodotti finiti. Vogliamo invece pensare alla Grecia e a Roma classica? A quell'epoca la condizione salariale era considerata indegna per gli uomini liberi e, scrive De Masi, "uno schiavo equivaleva a nient'altro che a un elettrodomestico dei giorni nostri". Mentre oggi per noi "il lavoro rappresenta un valore supremo". Quindi la gerarchia dei valori ha attraversato notevoli trasformazioni; d'altronde oggi noi siamo prigionieri di un modello fatto di ricchezza, potere e possesso, mentre un cittadino greco aveva altre priorità: "introspezione, amicizia, amore, gioco, bellezza e convivialità". 

Così, se all'epoca delle botteghe, lavoro e vita erano uniti, il modo di produrre industrialmente li ha separati. Mentre invece lo smart working (ovviamente solo per coloro che svolgono mansioni "telelavorabili") riunisce il luogo di lavoro con quello dell'esistenza, riportandoci non ad un'epoca, ma ad una dimensione pre-rivoluzione industriale, quando le persone vivevano e lavoravano nella stessa comunità, e in quella comunità stringevano rapporti. 

Il modello della fabbrica ha portato tutti in fabbrica, anche quegli impiegati per i quali non era strettamente necessario. Per loro venne ricalcato il modello minuziosamente organizzato degli operai, che pretendeva una presenza in un unico luogo per esercitare un controllo molto stretto. Così, più si divide, più si organizza e si parcellizza il lavoro e più il lavoratore finisce per "appartenere" alla professione che ha scelto. Poi vennero il taylorismo, il fordismo ed avevano anche nobili scopi: ridurre la fatica, ridurre la necessità di pensare, aumentare gli stipendi e ridurre la giornata lavorativa aumentando il tempo libero. 

Ma ormai anche quell'epoca è terminata. L'attuale società post-industriale non si basa più sulla produzione in grande serie di beni materiali, "ma sulla produzione di beni immateriali: servizi, informazioni, simboli, valori, estetica". E' su queste basi che occorre ripensare allo smart working, anche come "rivoluzione" simile a quella industriale, ma poggiata su basi diverse: 

- ridurre la fatica (per l'impiegato) basandosi non su un macchinario, ma su una tecnologia distribuita e presente a casa propria; 

- aumentare la necessità di pensare per elevare e rendere migliore il lavoro (anche tramite l'autonomia organizzativa, fondata più sugli obiettivi che sulle procedure);

- aumentare il tempo libero tramite la riduzione degli spostamenti e quindi di conseguenza, un minor tempo totale di lavoro ed una maggior retribuzione oraria (anche se quella complessiva dovesse rimanere costante). 

Walter Caputo


Come funziona un Booking Engine e come sfruttarlo al meglio

Mer, 09/29/2021 - 09:26


Il Booking Engine è un sistema di prenotazione online, come spiegato dalla Webcoom, azienda di software specializzata nel settore alberghiero, integrato nel sito web della struttura ricettiva. Tale strumento è finalizzato alla verifica, da parte dell’ospite, della disponibilità direttamente dal sito della struttura ricettiva e, laddove fosse interessato, il Booking Engine permette all’ospite di procedere autonomamente alla prenotazione.

Grazie al Booking Engine, un hotel, un camping o una struttura ricettiva, riceve le prenotazioni direttamente online e trasforma il sito web in un nuovo canale di vendita diretto.

Tuttavia, per sfruttarlo al meglio occorre, innanzitutto, conoscere e capire le dinamiche di acquisto dei viaggiatori e soprattutto avere un software dotato di specifiche funzionalità, in grado di massimizzare le prenotazioni effettuate tramite questo canale. 

I vantaggi di un Booking Engine

Un Booking Engine funzionale, per essere portatore di vantaggi, deve rispettare delle specifiche caratteristiche, come indicato in Le principali 3 caratteristiche di un booking engine per hotel (trivago.com)
Il punto di partenza, trattandosi di una prenotazione online, è certamente quello di spingere il viaggiatore a visitare il sito web della struttura, dal quale poi, laddove fosse interessato, potrà procedere liberamente alla prenotazione.

Una volta integrato nel sito web, come avviene con il gestionale per hotel Scidoo - Software Gestionale per Hotel ed Alberghi, il Booking Engine permette, infatti, ai clienti di verificare la disponibilità, le condizioni di cancellazione, i servizi inclusi, i servizi extra che si possono aggiungere ma soprattutto finalizzare istantaneamente la prenotazione, pagamento incluso.

Ecco elencati i maggiori vantaggi:

  • Semplifica il lavoro: Il Booking Engine semplifica il tuo lavoro in struttura. L’ospite non deve più telefonare o inviare un’email e attendere una conferma per prenotare e tu non devi più spendere molto tempo a inviare preventivi, a rispondere al telefono e a inserire nel sistema prenotazioni manuali. Il sistema è sempre allineato e tutti hanno accesso alle informazioni sull’attuale disponibilità in struttura. Il notevole risparmio di tempo e di energie che ne consegue, ti permette di dedicarti ad attività più strategiche per i tuoi ospiti e per il tuo business.
  • Maggior numero di prenotazioni dirette
  • Non ci sono commissioni verso le OTA, permettendo al gestore di ricevere prenotazioni dirette ed evitare qualsiasi commissione. Il sito, in questo modo, diviene di fatto un e-commerce di prenotazioni senza intermediari.
  • Aumento dei tassi di conversione: Attraverso il Booking Engine, l’ospite completa il processo di prenotazione in autonomia e in pochi click. La prenotazione avviene in modo immediato con un notevole risparmio di tempo. Inoltre, a seconda dei periodi e delle disponibilità, inserisci offerte, sconti, last-minute, offerte segrete e coupon. Inoltre, grazie al Booking Engine mostri ai tuoi ospiti sempre la miglior tariffa garantita.
  • I clienti possono prenotare autonomamente e nella loro lingua direttamente dal sito
  • Mettere in mostra pacchetti, offerte e servizi extra, aggiungibili e prenotabili autonomamente dall’ospite
  • Collegamento con il Channel Manager, semplificando l’aggiornamento di tariffe e disponibilità sul calendario, evitando in questo modo il rischio di overbooking. Il collegamento tra Booking Engine e Channel Manager è un servizio offerto dai software gestionali in commercio, come ad esempio il software SCIDOO

I motivi per integrare un Booking Engine al sito web sono molti: è un sistema semplice da utilizzare, permette di aumentare il numero di prenotazioni dirette, risparmiare sulle commissioni, risparmiare tempo sulla gestione ma soprattutto di migliorare l’esperienza d’acquisto di un cliente.

Una guest experience positiva passa anche da un processo di prenotazione semplice e con una comunicazione coerente sin dal primo istante. Inoltre, un Booking Engine usufruibile anche da mobile, multilingua e facile da utilizzare, consente agli ospiti di prenotare direttamente dal sito web in modo veloce, di visualizzare camere, disponibilità e tariffe, in qualsiasi momento, risparmiando tempo.

Il Booking Engine ti permetterà anche di raccogliere i dati dei tuoi ospiti che potrai successivamente utilizzare per comunicazioni di marketing personalizzate e per migliorare il livello di servizio, e perché no, di offrire servizi personalizzati.

E’ quindi uno strumento che non può mancare assolutamente agli albergatori di oggi.

Borse di Studio: Università Popolare degli Studi di Milano: 50.000,00 euro di borse di studio

Lun, 09/13/2021 - 22:01
 

L’Università Popolare degli Studi di Milano, università telematica di diritto internazionale, ha donato 50 mila euro alla Compagnia Africana per borse di studio in favore di studenti meritevoli in difficoltà economica, di origine africana residenti o presenti in forma legale nel territorio UE. 
La donazione è stata formalizzata con una cerimonia con la presenza del Presidente dell’Università Professor Marco Grappeggia e Koffi Michel Fadonougho rappresentante di Associazione Città Mondo del Comune di Milano e Compagnia Africana. 
Secondo quanto osservato dall’Ateneo negli ultimi anni c’è stata un notevole aumento di richieste di iscrizioni ai corsi da parte di studenti provenienti da paesi in via di sviluppo, soprattutto del continente africano. 
Oltre alla donazione, l’Ateneo ha dato vita ad un Polo scientifico universitario di Istruzione, Studio e Ricerca delle Migrazioni, che sarà guidato dal Prof. Dott. Nicola Crozzoletti, Vice presidente e Titolare di Cattedra universitaria in Psicologia clinica e dell’Educazione, puntando a convogliare in un’unica struttura le realtà universitarie dei paesi terzi, valorizzando l’importanza delle relazioni e delle differenze culturali, integrandole all’interno di un curriculum studi europeo internazionale, favorendo una maggior proponibilità del titolo attraverso l’aspetto multiculturale come valore aggiunto. 
“Crediamo in un mondo che possa essere migliore e più meritocratico, e ci chiediamo spesso che cosa possiamo fare noi in concreto.– Ha dichiarato il Presidente Grappeggia –Per questo abbiamo deciso di realizzare questa importante iniziativa rivolta esclusivamente a studenti migranti, troppo spesso abbandonati, orfani delle istituzioni. Il fondo è già disponibile per i primi candidati. L’Università Popolare degli Studi di Milano è da sempre animata da una cultura internazionale, da un senso di comune fratellanza tra i popoli e da un “credo” del sapere che va al di là delle dogane. 
È indubbio, infatti, che la conoscenza intercontinentale è la vera risposta per un mondo migliore. Con questo progetto altre donne e uomini nel mondo potranno studiare e accrescere la loro conoscenza e la loro cultura”. 
“Per perseguire un progresso tecnologico, scientifico, ma anche sociale, c’è bisogno di persone preparate e competenti, al di là della loro nazionalità di origine. Purtroppo, però, vediamo spesso individui brillanti relegati a ruoli marginali, e posizioni apicali ricoperte da persone che non sempre posseggono le giuste competenze o la giusta impostazione mentale per fare la differenza. – Ha aggiunto il Prof. Dott.Nicola Crozzoletti. 
L’Università Popolare degli Studi di Milano con sede in Lombardia e nel Lazio, si rivolge a studenti e professionisti che desiderano consolidare o riprendere il loro percorso accademico. Attiva dal 1901, si caratterizza per la lunga esperienza unita all’innovazione che si esplica attraverso il sostegno alla ricerca e promozione costante di borse di studio, incontri tra centri di ricerca e impresa.  
www.unimilano.net
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Sviluppo web e mondo del lavoro: tendenze e previsioni occupazionali

Mar, 08/31/2021 - 10:21

Che internet abbia cambiato le nostre vite in modi che soltanto 50 anni non sarebbe neppure stato possibile immaginare è assolutamente fuori di dubbio. Il merito di questa vera e propria rivoluzione è da attribuire in grandissima parte a tutti gli sviluppatori web che lavorano da dietro le quinte dei browser che utilizziamo giornalmente. Qualsiasi sito, da quello più piccolo e semplice alle grandi piattaforme di streaming o social, senza l’apporto decisivo di un web developer non esisterebbero. 

immagine pixabay


Proprio per l’importanza che il ruolo di queste figure professionali hanno acquisito nel tempo, molte persone si sono avvicinate al mondo della programmazione per provare a costruire una carriera di successo all’interno di grande aziende o magari da freelance.
Fare il primo passo per provare entrare in un ambiente che sembra fatto esclusivamente per gli appassionati di tecnologia può essere difficile, ma in realtà, una volta scelto il percorso formativo giusto, entrare nel giro, in virtù dell’enorme richiesta da parte del mercato del lavoro, può risultare particolarmente agevole. Come detto, basta un corso da web developer di livello come quello proposto da aulab – un bootcamp immersivo della durata di 3 mesi in cui viene dato tantissimo spazio all’aspetto pratico proprio nell’ottica dell’immediato inserimento nel mondo del lavoro – e tanto, tanto impegno, per poter avere in mano le carte giuste da potersi giocare per trovare uno sbocco occupazionale con ottime possibilità di carriera. 



Prospettive occupazionali


La domanda di figure inerenti la programmazione web è in continua crescita e aumenta regolarmente ogni anno, spesso superando ogni previsione effettuata dagli esperti. 

Si pensa che soltanto negli Stati Uniti il numero dei web developer sfonderà la soglia delle 19 mila unità entro il 2029, con una crescita di quasi il 10% rispetto ai dati occupazionali attuali. Un aumento che è addirittura superiore a quello di settori già lanciatissimi come quello dell’e-commerce, e che anche nel resto del mondo è destinato a riscontrare aumenti simili e a fornire delle ottime possibilità di lavoro soprattutto ai soggetti più giovani. 


Nello specifico, si prevede che le figure più ricercate dal mercato resteranno quelle full-stack, con un aumento previsto che supererà il 40%. La possibilità per un’azienda di avere dei professionisti con una preparazione a tutto tondo e impiegabili in tutte le fasi della programmazione web, rende questo tipo di sviluppatori molto richiesti.

Per farla breve, davanti a un’espansione di internet che pare inarrestabile e con una società che non può più fare a meno degli strumenti e dalla possibilità offerte dalla rete, tutte le figure legate alla programmazione web non potranno che continuare a essere richieste, con preferenza per quei professionisti con una formazione superiore e versatile.


Quanto guadagna un web developer?


Come già anticipato uno sviluppatore web può trovare impiego all’interno di tantissime aziende che operano in ambito tecnologico, ma può altresì decidere di lavorare per conto proprio sia all’interno di un’iniziativa imprenditoriale privata, ma anche come freelance, sfruttando le grandi potenzialità del mercato globale
In base a questo tipo di differenziazione operativa, ma anche in relazione all’area in cui lo sviluppatore opera, in base alle caratteristiche della sua formazione e in virtù dell’esperienza acquisita, possiamo anticipare che la forbice per ciò che concerne lo stipendio medio di questo tipo di professionista risulta essere particolarmente ampia. 

Giusto per fare qualche esempio sempre all’interno del territorio americano, si va dai 50 mila dollari a punte di 90 mila. Ovviamente, come detto, contano tanto le competenze e la capacità di trovare un posto da protagonista all’interno di nicchie particolarmente remunerative, e bisogna considerare che il costo della vita negli States è decisamente più elevato rispetto ai paesi europei e di conseguenza anche gli stipendi risultano essere più elevati.
In Italia un web developer guadagna una cifra media che si aggira ai 25 mila euro annui.

Crearsi un portafoglio di investimento: ecco come fare

Gio, 08/26/2021 - 09:47


Al giorno d’oggi può essere davvero semplice investire, creandosi il proprio portafoglio di fondi personalizzati più svariati. Cercando online si possono trovare diversi tipi di possibilità di investimento con categorie di rischio diverse. Certamente per limitare il rischio è necessario avere un portafoglio fondi abbastanza vario e suddiviso in investimenti sia a lungo che a breve termine, inoltre è necessario avere pazienza e non aver fretta di ottenere i primi risultati. Tra le tipologie di investimento che negli ultimi anni stanno crescendo sempre più troviamo i fondi sostenibili (ESG), la gestione patrimoniale, il portafoglio modello oppure il fondo bilanciato, comunque online si possono trovare i migliori portafogli virtuali.

 

Qualche approfondimento sui portafogli modello

 

Le modalità di investimento possono essere molteplici, infatti si può investire risparmi in fondi comuni o in un portafoglioazionario, quest'ultimo in particolar modo ha riscosso grande successo nei portafogli modello. Questo tipo di portafoglio si basa su asset class, consentendo agli investitori di parametrizzare gli investimenti per una migliore gestione del rischio. Questo tipo di portafoglio si basa su metodi quantitativi, quindi può contenere le azioni e i titoli più diversi, come i titoli ESG. Grazie all'utilizzo di portafogli modello, anche chi non ha una vasta esperienza di investimento può investire, proprio perché modellato sugli investitori e sulle loro capacità economiche. Online puoi trovare e selezionare il miglior portafoglio virtuale e iniziare ad investire.

 

Fondo Bilanciato

 

Il fondo bilanciato costituisce un organismo di investimento collettivo, che reinveste le risorse di più risparmiatori come risparmiatore, ed emette azioni per ciascun risparmiatore. Il fondo bilanciato globale può comportare investimenti nel mercato azionario e obbligazionario. Il fondo interno bilanciato globale èun investimento a rischio medio, ovviamente questo rischio varia a seconda del rapporto tra titoli di investimento e titoli di investimento, si può dire che il rischio aumenta con l'aumento dei contributi azionari. Per quanto riguarda i costi, invece, il fondo bilanciato prevede i costi di accesso e le spese di gestione annuali.

 

 

Fondi sostenibilità ambientale

 

I fondi ESG stanno per fondi di investimento sostenibili e si basano sui titoli di società quotate nel mercato finanziario che si concentrano sullo sviluppo sostenibile. Il concetto di sostenibilità deve fare riferimento ai 17 obiettivi delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, ovvero contrastare il cambiamento climatico e proteggere l'ambiente, tutelare la pari dignità sociale e l'uguaglianza di genere. Tutti questi concetti sono riassunti nel nome dell'ESG Fund, il cui acronimo sta per ambiente, società e governance, ed è ormai diventato uno dei punti focali della politica internazionale, a quanto pare con la pandemia di Covid-19. Negli ultimi anni, l'investimento in tali fondi sostenibili è cresciuto in modo esponenziale, tanto che ci sono 3.000 fondi in Europa e circa 5.000 fondi a livello globale. Inoltre, la redditività dei fondi ESG, soprattutto nel 2020, ha fatto cambiare idea a molti esperti che in passato li ritenevano un investimento poco efficace.Certo, i fondi ESG legano la loro ricchezza alla particolare attenzione che la sostenibilità ha ricevuto nel dibattito mondiale, ed è per questo che si sono rivelati ottimi investimenti di lungo periodo.

 

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