BambinoProgettoSalute

             
 

La storia dei congressi "Bambino Progetto Salute"

I Congressi Internazionali "Bambino: Progetto Salute", giunti nel 2007 alla XXIV° edizione, sono nati in seguito ad un incontro avvenuto nell'autunno 1982 con il compianto Prof. Ettore Rossi, a quel tempo Direttore della Clinica Pediatrica di Berna, il Prof. Giorgio Maggioni già Direttore della Clinica Pediatrica di Ancona e a quel tempo da poco trasferitosi all’Università la Sapienza di Roma, Il Prof.Gianni Bona e da chi ha il piacere di presentarvi questo sito.  
Lo scopo era quello di proporre progressi scientifici, confronti culturali, strettamente collegati alla ricerca in ambito dell'età evolutiva, non solo nazionali ed europei, e riflessioni sul modo di essere e di vivere la nostra professione.
In tutti questi anni, che possono sembrare pochi per chi legge ma che sono tanti per chi li ha intensamente vissuti, si è cercato di favorire incontri costruttivi fra scienza medica, tecnologia, e dimensione umanistica della medicina che deve tener come riferimento centrale il bambino, il rispetto della qualità della vita senza accanimenti terapeutici, la sua dignità e il rapporto medico paziente, perché l'anima della medicina, di questa nobile arte, si trova nella relazione fra chi guarisce e chi è guarito.
Sono stati così affrontati e dibattuti, da autorevoli studiosi di fama nazionale ed internazionale italiani e stranieri, i più attuali argomenti del momento favorendo quella diffusione delle conoscenze che è alla base del progresso.

In primo piano:

Ai No Vax direi: “Che il Buon Dio perdoni loro perché non sanno quello che fanno”

Quotidiano Sanità
Lettera al direttore pubblicata in data giovedì 2 dicembre 2021 

no-vaxGentile Direttore,

importante e corretto è il recente invito sul Quotidiano Sanità a vaccinare i bambini di età compresa fra 5 e 11 anni, per prevenire la CoVid-19, fatto dal collega Pediatra ed Infettivologo Dr. Guido Castelli Gattinara dell’Ospedale Bambino Gesù e dal Presidente della Soc. Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale Dr. Giuseppe Di Mauro, condiviso da tutti i Pediatri Italiani. L’invito ora è opportuno perché l’Agenzia Europea del farmaco (EMA) ha approvato Il vaccino Pfizer-BioNTech per i bambini da 5 a 11 anni e l’incidenza nei bambini è in aumento: si contagerebbero il doppio/triplo di adulti (in Italia ultimi 18 mesi 39 bambini 5-11 a. ricoverati in Terapia Intensiva): altro sommesso invito a vaccinare. Nelle prime fasi della pandemia COVID-19 i bambini infettati dal SARS-Cov-2 erano pochi per cui si riteneva fossero raramente infettati e l’eventuale infezione fosse asintomatica o quasi (1,2,3,4). Quando i test diagnostici sono diventati disponibili e le indagini più accurate, è emerso che i bambini, come gli adulti, possono infettarsi, presentare tassi virali significativi, quadri clinici gravi ed essere contagiosi (5,6,7,8,9,10). Tutto ciò ha portato alla produzione di vaccini per i bambini da 5 a 11 anni. Per un “dovere etico”, tutte le professioni Sanitarie, da sempre segnalano e ricordano gli effetti avversi dei vaccini, dandone grande enfasi per stimolare la produzione di prodotti migliori. Nel caso della Poliomielite ad es., il famoso vaccino Sabin in gocce si sapeva che determinava, ogni 700 mila / 2 milioni di vaccinati, un caso, più o meno grave, di Poliomielite ma nessuno è insorto contro tale vaccino perché tutti ricordavano i molti bambini che, nelle periodiche epidemie, si ammalavano e alcuni morivano e altri restavano paralizzati: i benefici superavano però gli effetti avversi e, per ”dovere etico“, le vaccinazioni sono proseguite. Oggi pochi sanno che, per il progresso tecnologico, la vaccinazione esavalente (difterite, tetano, pertosse ac., poliomielite, epatite B, Haemophilus influenzae tipo B) previene 6 (sei) malattie, poliomielite compresa.

La vaccinazione eterologa. La freddezza scientifica di una circolare contro il bla bla in TV

il Ministro della Salute Roberto Speranza, il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) vaccini con il suo Coordinatore Dr. Franco Locatelli si sono trovati nell’occhio del ciclone per “la Circolare n. 26246 dell'11 giugno 2021, dalla quale emergeva l’opportunità di aggiornare, “in senso stringente” (è chiara l’urgenza rivelatasi poco dopo saggia) l’utilizzo del vaccino Vaxzevria (già raccomandato solo per età uguale o superiore a 60 anni). La Circolare firmata dal Direttore generale ministero della salute dr. Giovanni Rezza riporta: “Per persone che hanno ricevuto la prima dose di tale vaccino e sono al di sotto dei 60 anni di età, il ciclo deve essere completato con una seconda dose di vaccino a mRNA (Comirnaty o Moderna), da somministrare ad una distanza di 8-12 settimane dalla prima dose”. La conclusione era dovuta a: - scenario epidemiologico da Covid-19 favorevole da settimane: invito a ri-esame per età meno a rischio benefici/rischi di varie gravità di COVID-19;
- riscontro recente di eventi avversi eziologicamente collegati a tale vaccino la trombocitopenia tromboembolica autoimmune spesso dei seni venosi cerebrali (VITT) (Greinacher A, et al. 2021); - principio di massima cautela ed equità: assicurare a tutti pari possibilità terapeutiche, valutazione equa benefici/rischi e aspetti economici. In sostanza: quando i morti da Covid-19 erano molti, per il bene di tutti, si doveva, a malincuore, scegliere il male minore: vaccinare il maggior numero di soggetti anche con Vaxzevria per prevenire morti certe e rischiare effetti avversi, molto più rari, anche se a volte gravi, come la VITT frequente in donne tra 20 e 55 anni, indotta dal vaccino 5-20 giorni dopo la prima dose. La Circolare contiene anche bibliografia a vantaggio della seconda dose di vaccino eterologo a mRNA, dopo il Vaxzevria: potenzia il sistema immunitario, evita effetti avversi da Vaxzevria (Shaw RH, et al).

I No Vax? Bambini che hanno paura di una puntura

La letteratura scientifica a causa del diffondersi di casi di Covid-19 da variante virale Delta (o Indiana B.1.167.2) in tutto il mondo e in Italia dove si avvicina al 90% dei casi, ha dovuto aggiornare la protezione dei vaccini contro l’infezione dal SARS-CoV-2. covid19Infatti, oggi se non sempre prevengono l'infezione, prevengono: il decorso grave della malattia, la terapia intensiva e la morte nel 95%-97% dei malati.

Proteggono anche i soggetti anziani, oltre gli 80 anni e con le patologie cheindeboliscono l’organismo, dalla variante Delta che determina elevate cariche virali infettive, 1000 volte maggiori delle precedenti, per cui è più contagiosa, più letale, una “Variant of Concern” (VOC). Dall’India, dove ha avuto origine, si è diffusa e secondo l’OMS oggi è presente in oltre 135 paesi, compresi Stati Uniti, Brasile, Pacifico occidentale e l’Italia.

 

Sindrome respiratoria del Medio Oriente: MERS-CoV

La nuova grave sindrome respiratoria acuta

virus mers-covIl 24 settembre 2012  il virologo egiziano Dr. Ali Mohamed Zaki ha segnalato  per la prima volta la presenza di un virus a Jeddah in Arabia Saudita. Il virus è stato isolato dallo sputo di un uomo di affari saudita di 60 di anni affetto da una polmonite acuta severa e insufficienza renale. Nel maggio 2013 tale virus è stato  chiamarlo MERS-CoV, dall'acronimo di Middle East Respiratory Syndrome Coronavirus.
La MERS (Middle East respiratory syndrome) ed è una grave patologia respiratoria acuta causata da un ceppo di coronavirus, isolato per la prima volta in Arabia Saudita nel 2012 molto simile alla Grave Sindrome Respiratoria Acuta (SARSidentificata in Cina nel 2003.

Ruolo delle scienze 'omiche' ed evoluzione nella terapia della fibrosi cistica

I primi casi di fibrosi cistica sarebbero comparsi nel 3000 a.C. e nell’antichità le mamme riconoscevano il bambino affetto da tale grave malattia per il sapore di sale nel baciargli la fronte. In tal modo, la saggezza popolare aveva già anticipato quanto l'osservazione medica avrebbe poi scoperto negli anni '50 indicando nella concentrazione di sali nel sudore, il metodo di diagnosi per la Fibrosi Cistica. È proprio questa caratteristica del sudore particolarmente salato, avvertito dalle madri quando baciavano i bambini affetti, che farà chiamare la Fibrosi Cistica “la malattia del bacio salato”.