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La cannabis

Legge sulla droga del 14 maggio 2014 - Droghe leggere e pesanti

cannabis

La cannabis o canapa, è una pianta originaria dall'Asia centrale, sacra per gli hindu, conosciuta ed utilizzata dalla medicina popolare cinese dal 3.000 a.C. e coltivata in tutto il mondo fin dall'antichità, per la produzione di carta, fibre tessili, corde, abbigliamento, fibre plastiche ecc.  Le foglie e l’infiorescenza (cioè la marijuana) e l’olio o la resina (cioè l’hashish) facevano parte di  varie medicine. L’efficacia farmacologica della pianta, e dei suoi cannabinoidi è quindi nota da tempo per l’effetto analgesico, per la terapia della nausea, del vomito, per l’azione antidepressiva, anticonvulsivante, antispastica, antineoplastica, stimolante l’appetito, in soggetti affetti da neoplasie, da Aids ecc., e, dalla fine del XIX secolo, è ormai scientificamente dimostrata e condivisa. Oggi dalla cannabis si possono ricavare 400 sostanze chimiche di cui 60 sono cannabinoidi, composti con effetti psicoattivi, il più potente dei quali è il tetraidrocannabinolo (THC). 

Non va inoltre dimenticato che, fin dal 1992, è emerso che dall’acido arachidonico dei nostri macrofagi, piastrine e neuroni, per l’azione di una superfamiglia di enzimi e di diversi isoenzimi, indicati come citocromi P450 (CYPs), derivano dei mediatori lipidici, l’endocannabinoide anandamide (AeA, dal sanscrito “ananda”, beatitudine) il 2-arachidonoilglicerolo (2-Ag) ed altri ancora. Tali endocannabinoidi, così chiamati in quanto simili al primo cannabinoide scoperto nel 1964, il Δ9-tetraidrocannabinolo (THC), componente psicoattivo della Cannabis sativa, sono prodotti dal nostro stesso organismo. Gli studi sulle potenziali applicazioni terapeutiche dei derivati della Cannabis, in particolare a livello di sistema nervoso, hanno evidenziato che tali mediatori lipidici sono prodotti “a richiesta” e la sintesi avviene a partire da fosfolipidi di membrana, precursori che, dopo idrolisi attuata da specifici enzimi, liberano, rispettivamente, gli endocannabinoidi AeA o 2-Ag. Molto verosimilmente, proprio alla luce della loro endogena produzione, i cannabinoidi se usati in dosi terapeutiche corrette, in quanto entrano in un complesso sistema enzimatico e recettoriale (cannabinoide 1 e cannabinoide 2), determinano minimi effetti collaterali e, come per gli oppioidi, non è riportata alcuna tossicità d’organo.  
In Italia viene prodotta la palmitoiletanolamide, un endocannabinoide di natura lipidica che si è dimostrato efficace nel dolore somatico, viscerale e neuropatico. Amplifica i meccanismi endogeni di protezione messi in atto dall'organismo in risposta ai più svariati tipi di danno, come l’attivazione della reattività infiammatoria tissutale e delle vie del dolore. Gli specialisti nella terapia del dolore hanno oramai imparato ad apprezzarne le efficaci potenzialità.
Con il decreto legge del ministero della Salute, del 21 marzo 2014, approvato il 14 Maggio 2014 dal Senato ricorrendo alla fiducia, la marijuana e l’hashish sono tornate a essere considerate delle “droghe leggere”, distinte dalle cosiddette “pesanti” come oppio e derivati (eroina), cocaina, amfetamine, allucinogeni ed anche i tetraidrocannabinoli, cioè i cannabinoidi sintetici.
Secondo alcuni, fuori dall’ambito politico quali ad esempio il noto Professore Silvio Garattini dell’Istituto Mario Negri al quale l’11 febbraio 2014 l’Università di Milano ha conferito la Laurea Magistrale Honoris causa in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche,  è stata però una forzatura inaccettabile in quanto la distinzione tra droghe leggere, inserendo fra queste la cannabis, e droghe pesanti è una distinzione sbagliata e dannosa. 
Non esisterebbero infatti droghe leggere, esistono invece livelli diversi di tossicità che tuttavia assumono diversa gravità in rapporto con le caratteristiche personali ed al contesto in cui vengono consumate. Inoltre, la cannabis non sarebbe più quella di una volta con un basso contenuto di THC: oggi il contenuto del principio attivo può essere superiore anche di 40-50 volte con tutte le conseguenze che ne derivano. Sembra infatti eliminando le piante maschili per impedire la fertilizzazione delle piante femminili queste continuano così a produrre infiorescenze, ricche di resina, aumentando così le percentuali di principio attivo e dunque il quantitativo totale di THC nella pianta. Pertanto, quello che viene chiamato “spinello” rimane ancora un enigma e non sarebbe privo di effetti dannosi (Miller RJ; Joshi M). Nonostante il termine diminutivo, lo “spinello” secondo ricerche recentissime sarebbe dannoso in quanto darebbe luogo a dei processi infiammatori delle vie aeree con infiammazione, aumento degli episodi di tosse, espettorazione, iperinflazione, enfisema polmonare e, con il tempo, potrebbero determinare varie forme di neoplasie come avviene per le sigarette di tabacco (Underner M et al). Com’è noto inoltre, la cannabis ha effetti sul sistema nervoso centrale e, al di là degli effetti percepiti come piacevoli dal soggetto, può provocare gravi conseguenze a livello cerebrale, in modo particolare durante l'adolescenza quando il cervello è ancora in fase evolutiva (Zajkowska ZE; Suárez-Pinilla P). Con il tempo, può dar luogo a deficit della funzionalità mentale, con problemi di concentrazione, di memoria e di apprendimento, con riduzione delle capacità e del rendimento scolastico e lavorativo, aumento di sindromi schizofreniche, depressione e ansietà. Il suo impiego è, com’è noto, controindicato per chi guida oppure utilizza apparecchiature e macchine speciali. 
Secondo alcuni, invece di agire su una maggiore regolamentazione delle droghe legalizzate, il tabacco e l’alcol, si è messo a disposizione lo spinello per tutti cosa che non giova allo sviluppo e alla salute delle giovani generazioni. A conferma di ciò secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) il fumo di tabacco, principale causa di morte evitabile, rappresenta la seconda causa di morte nel mondo, 6 milioni ogni anno e fra le vittime oltre 600.000 sono non fumatori esposti al fumo passivo (in Italia da 70.000 a 83.000 morti l’anno) mentre l’alcol è responsabile di 3,3 milioni di morti l’anno nel mondo più di Aids e Tubercolosi messi insieme (in Italia i consumi sono sotto la media europea, 6,7 litri l’anno contro 10,9 litri della regione europea e anche bassa è l'alcol dipendenza 0,5% contro il 4% della media europea).cannabis
A tale proposito, il Prof. Umberto Tirelli, noto oncologo ha però affermato: ''Quanto al paragone che spesso viene fatto tra cannabis e il tabacco o l'alcol, ricordo che fanno malissimo. Ma siccome sono legali, allora vogliamo autorizzare anche la cannabis? Vogliamo il tanto peggio, tanto meglio? Al contrario, dobbiamo incentivare la consapevolezza del danno dal fumo di tabacco e dall'abuso di alcol e tenere la barra ferma nel far capire ai nostri giovani che anche la cannabis fa male e continuare a vietarne assolutamente l'uso''
Negli ultimi anni negli Stati Uniti è diminuito di circa il 40 percento l’utilizzo di cocaina mentre la marijuana è la droga più comunemente usata ed è aumentato anche l’impiego delle anfetamine: molto probabilmente per la crisi economica che non permette l’acquisto di prodotti costosi. Anche in Italia, il consumo delle varie droghe è cambiato. Questo è possibile rilevarlo grazie a tecniche sviluppate dall’Istituto Mario Negri che riescono a misurare, molte sostanze chimiche ed in particolare i metaboliti delle varie droghe, cioè le sostanze chimiche risultanti dalle trasformazioni subite nell’organismo ed eliminate con urine e feci, in vari punti del percorso o in prossimità del depuratore dei liquidi fognari. E’ cosi possibile sapere la quantità delle  varie droghe effettivamente consumate e, con sofisticate metodiche, risalire al numero di dosi utilizzate dalla popolazione che grava su una determinata rete fognaria e monitorare il loro consumo durante la settimana, il fine settimana o in occasione di assembramenti giovanili. Da una serie di indagini, in tale ambito è anche emerso che nella città di Milano  vengono consumate 30.000 dosi al giorno di cannabis e che in Italia la città con il maggior consumo di droghe è Perugia mentre, in Europa, il  primato spetta ad Amsterdam che con la cannabis liberalizzata, è la città europea con più THC nei liquidi fognari. Secondo un'indagine 3,5 milioni di italiani e 22,5 milioni di europei fumano cannabis.  
Non poche sono inoltre le perplessità che solleva tale legge e precisamente: 
-  il desiderio condivisibile di evitare la criminalità legata all’uso delle droga cannabis, potrà essere raggiunto visto che la cannabis è uno e non il maggiore in termini economici dei prodotti del mercato clandestino;
- con il passare del tempo il venir meno della “trasgressione” per una droga “leggera” potrebbe orientare verso l’impiego di altre droghe più trasgressive? 
La legalizzare della cannabis in Colorado negli USA non ha danneggiato il mercato nero o fatto diminuire i crimini violenti collegati alla vendita di marijuana. Tali crimini violenti per la vendita illegale di marijuana, proprio nello stato nel quale è stata legalizzata, hanno sollevato quest’anno le prime preoccupazioni pubbliche per il persistere di un fiorente mercato nero illegale della marijuana. 
Opportuno sarà pertanto monitorare, nel corso dei prossimi anni l’effetto della legge, in senso positivo o negativo, dato che non mancano le opinioni contrarie, per trarne le dovute conseguenze (Miller RJ.; Imbert B.). 
Nel frattempo, va tenuto presente che un altro grande pericolo, sempre più minaccioso, sta emergendo per i giovani. Sono sempre più spesso disponibili via internet, per cui è difficile stabilirne l’origine e il contenuto, sostanze psicoattive di origine sintetica appartenenti alla classe dei cannabinoidi e ad altre sostanze chimiche, che stanno sostituendo le classiche droghe. 
Secondo il parere di esperti altamente qualificati, vi sono pertanto fondati motivi per cercare di rafforzare i controlli, aumentare le informazioni, adeguare gli strumenti educativi, orientare i giovani verso altri interessi, culturali, sportivi, di volontariato, per evitare di avere una generazione di tossicodipendenti e spesso dei disabili psichici (Suárez-Pinilla P).

- Miller RJ. The cannabis conundrum. Proc Natl Acad Sci U S A. 2013;110(43):17165. 
- Joshi M, Joshi A, Bartter T. Marijuana and lung diseases. Curr Opin Pulm Med. 2014 Mar;20(2):173-9.
………. There is unequivocal evidence that habitual or regular marijuana smoking is not harmless. A caution against regular heavy marijuana usage is prudent. The medicinal use of marijuana is likely not harmful to lungs in low cumulative doses, but the dose limit needs to be defined. Recreational use is not the same as medicinal use and should be discouraged.
- Underner M, Urban T, Perriot J, et al. Usage du cannabis et retentissement fonctionnel respiratoire Cannabis use and impairment of respiratory function.  Rev Mal Respir. 2013 Apr;30(4):272-85.
……... Inhalation of cannabis smoke is a risk  factor for lung cancer. Stopping smoking cannabis will bring about important benefits for lung function.
- Nicolaou A, Mauro C, Urquhart P, Marelli-Berg F. Polyunsaturated Fatty Acid-Derived Lipid Mediators and T Cell Function. Front Immunol. 2014;5:75.
- Zajkowska ZE, Englund A, Zunszain PA. Towards a personalized treatment in depression: endocannabinoids, inflammation and stress response. Pharmacogenomics.2014;15(5):687-98. 
- Suárez-Pinilla P, López-Gil J, Crespo-Facorro B. Immune system: A possible nexus between cannabinoids and psychosis. Brain Behav Immun. 2014 Feb 7. pii:S0889-1591(14)00043-9.
- Imbert B, Labrune N, Lancon C, Simon N. Baclofen in the management of cannabis dependence syndrome. Ther Adv Psychopharmacol. 2014 Feb;4(1):50-2.